Rimini, 19 ottobre 2023 – ”Ciao...”. Una parola. Un saluto semplice quanto tombale se detto prima di sferrare 17 coltellate mortali. Quel "Ciao..." a pronunciarlo è una voce maschile, il presunto killer di Pierina Paganelli – la 78enne uccisa la sera del 3 ottobre scorso in via del Ciclamino a Rimini – captato dalla telecamera di videosorveglianza installata da un condomino nel proprio garage, nel sotterraneo in cui la pensionata è stata uccisa da un assassino ancora ignoto.
Proprio dall’audio della registrazione del dispositivo però – da giorni sequestrato e sotto la lente degli investigatori – ora potrebbe arrivare una svolta nel giallo che da due settimane imprigiona in una morsa di terrore gli abitanti della frazioncina di Ca’ Acquabona, alla prima periferia di Rimini. Tanto quanto tiene sulla corda gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore Daniele Paci.
Dall’analisi del filmato e, soprattutto, del sonoro della telecamera ritrovata dagli investigatori all’interno di un garage, emerge appunto come intorno alle 22.15 – l’ora in cui Pierina è stata uccisa – appena prima che il dispositivo cristallizzasse le grida di dolore della 78enne si senta seppur non nitidamente quel "ciao" proferito da una voce maschile. Quattro lettere sono ora al centro dei pensieri della polizia e procura. Quattro lettere pronunciate dall’assassino su cui c’è l’impegno e il supporto tecnico anche della Scientifica di Roma. Questa la strada battuta per ripulire il più possibile l’elemento audio, isolandolo dal resto del registrato che comprende rumori ambientali, apertura/chiusura della porta tagliafuoco di fronte al garage in cui aveva parcheggiato Pierina e poco dopo, appunto, le urla della donna.
Un saluto di una voce maschile che se confermato sarebbe una possibile chiave di svolta di un’inchiesta che resta ancora senza indagati e che perciò richiede un lavoro minuzioso di analisi per cui è stato importante il sopralluogo notturno compiuto in forze dalla squadra mobile martedì sera, dalle 22.30 circa alle 23.30. Un’ora di attività in cui gli investigatori sono tornati nei sotterranei del condominio di via del Ciclamino dove viveva ed è stata uccisa Pierina, per effettuare rilievi fonometrici con cui cristallizzare i rumori ambientali e ripulire ulteriormente il "ciao" attribuito all’assassino della pensionata.
Questo nell’attesa che arrivino i risultati delle analisi del Dna. L’esame, infatti, è stato compiuto sulla nuora di Pierina, Manuela Bianchi, il fratello della nuora, Loris Bianchi, e sul presunto amante di Manuela, Louis Dassilva. E la speranza degli inquirenti è di trovare corrispondenze rispetto al materiale raccolto sul luogo dell’omicidio. Lì in quel dedalo sotterraneo di box auto e luci al neon intermittenti, dove varcando la porta tagliafuoco da cui si accede a scale e ascensore per i piani superiori Pierina inconsapevolmente la sera del 3 ottobre è andata incontro alla propria morte. Nelle fauci di un uomo, pare, che prima di colpirla ancora e ancora con una lama (non trovata) l’ha però salutata. Le ha detto "ciao".