Rimini, 28 luglio 2024 – Per il ‘match’ bisognerà aspettare ancora, forse fino alla prossima settimana. Troppo presto per dire a chi appartenga quel Dna che è stato isolato ed estratto dai vestiti indossati da Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate a Rimini, in via Del Ciclamino, il 3 ottobre del 2023.
Del materiale comunque è stato rinvenuto, benché in quantità ridotta. Di certo non ha aiutato le operazioni dei genetisti il tempo trascorso dall’omicidio – circa dieci mesi – e il fatto che gli indumenti appartenuti alla vittima siano, almeno in parte, ammuffiti. Ma i tamponamenti eseguiti dal super perito del tribunale, il genetista Emiliano Giardina dell’Università Tor Vergata di Roma, hanno comunque portato all’isolamento di Dna sui reperti provenienti dalla scena del crimine e oggetto, dall’11 luglio scorso, degli accertamenti irripetibili.
Sotto la lente di ingrandimento dell’esperto sono finiti gli abiti che Pierina indossava la sera del 3 ottobre, quando attorno alle 22.13 è scesa nel garage sotterraneo del palazzo in cui abita di ritorno da un incontro di preghiera dei testimoni di Geova: un maglione, una maglia senza maniche, la gonna e gli slip strappati.
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Ma non è ancora la svolta che gli inquirenti si aspettano. Dal Dna dovrà infatti essere ricavato un profilo genetico, che andrà poi messo in comparazione con quello dell’unico indagato, il 34enne Louis Dassilva, in carcere dal 16 luglio scorso. Non è nemmeno da escludere che il materiale possa essere ricondotto alla stessa Pierina oppure ad un profilo terzo, diverso da quello della vittima e dell’indagato. A quel punto l’eventuale profilo dovrà essere immesso nella banca dati nazionale della polizia di Stato, così come espressamente richiesto anche dal pool difensivo dell’indagato, composto dall’avvocato Riario Fabbri e dalla criminologa Roberta Bruzzone.
Altro nodo da sciogliere riguarda la definizione delle tempistiche e delle modalità di deposito delle tracce biologiche. Nei prossimi giorni gli indumenti saranno sottoposti ad un attento esame mediante luci forensi, nella speranza che possano rivelare nuovo materiale che andrebbe ad aggiungersi a quello già isolato. Si attendono, nel frattempo, anche gli esiti del tampone vaginale e rettale e degli accertamenti svolti sugli altri reperti consegnata dalla polizia scientifica all’equipe di Giardina: presunte sostanze ematiche rinvenute a casa di Dassilva, un coltello con una lama di dieci centimetri, i vestiti e le scarpe del 34enne.
E poi la borsa di Pierina insieme a tutti gli oggetti rinvenuti all’interno, tra cui monete, fazzoletti, un assorbente, un tablet e altro ancora. Nel frattempo, si attende la decisione del tribunale del Riesame, chiamato ad esprimersi sull’ordinanza di custodia cautelare in carcere di Dassilva, dopo l’istanza avanzata dal suo difensore.