Rimini, 21 ottobre 2023 – In passato si è occupato dell’omicidio di Yara Gambirasio, come consulente di Massimo Bossetti. Ora il criminalista e investigatore privato Ezio Denti si prepara a tornare sulla scena di un delitto inquietante e misterioso, quello di Pierina Paganelli, 78 anni, massacrata con 17 coltellate il 3 ottobre scorso in via Del Ciclamino, a Rimini. Insieme all’avvocato Nunzia Barzan e al consulente Davide Barzan, Denti farà parte del team di professionisti nominati da Manuela Bianchi, nuora di Pierina, dal fratello Loris e da Louiss Dassilva, vicino di casa della vittima e – secondo gli inquirenti – amante di Manuela.
Denti, che idea si è fatto del caso?
"Prima di rispondere vorrei fare una premessa".
Prego.
"Le mie, almeno per ora, non si configurano come indagini difensive, in quanto formalmente non vi sono ancora indagati. Intendo procedere in maniera parallela e non sostitutiva rispetto alla Procura, che - va detto - sta svolgendo un lavoro egregio. Chi mi ha assegnato l’incarico mi ha chiesto di far luce in particolar modo su eventuali collegamenti tra l’omicidio e l’incidente che ha coinvolto il figlio di Pierina, Giuliano Saponi, il 7 maggio scorso".
Gli inquirenti fino ad oggi hanno escluso un nesso. Lei cosa ne pensa?
"Non credo alle coincidenze. Chi ha mandato Giuliano in coma - investendolo mentre andava in bicicletta oppure picchiandolo a sangue - potrebbe avere motivi di risentimento nei confronti della famiglia. Dopo aver colpito il figlio, potrebbe aver deciso di alzare il tiro, mettendo nel mirino la madre".
In queste settimane gli inquirenti hanno rivolto le loro attenzioni soprattutto verso i parenti di Pierina.
"Io credo che prima di cominciare a fare l’elenco dei sospetti sia necessario ricostruire nel dettaglio la dinamica del delitto. Gli spostamenti della vittima, il punto esatto dell’aggressione, gli orari precisi. Anche un secondo può fare la differenza. Per questo, attraverso lo scanner 3d, presenteremo i diversi possibili scenari con le diverse varianti. Gli elementi fin qui raccolti ci portano a restringere il campo all’ambito condominiale. Sicuramente non è stato un delitto d’impeto, ma un’azione premeditata, come rivela il dettaglio della possibile manomissione dell’ascensore".
L’assassino di Pierina era da solo o aveva dei complici?
"Credo che a far scattare la trappola siano state almeno due persone, anche se non è da escludere la presenza di terzi. A vibrare i fendenti è stata quasi sicuramente una mano maschile. Ricordo che per piantare il coltello nella carne occorre una pressione di almeno 37-40 chili e che qui parliamo di 17 colpi: troppi per ipotizzare un’aggressione da parte di una donna. Chi ha assalito Pierina con molto probabilità non è uscito fuori passando dalla rampa, ma è risalito nel condominio: ciò denota una conoscenza dell’edificio".
Il movente?
"Difficile dirlo, almeno per ora. Bisogna continuare a scavare nel passato di Pierina e in quello dei suoi parenti, Siamo di fronte ad una situazione familiare molto complessa, ma che del resto rispecchia quella di tante famiglie italiane. Non è da escludere che all’origine di tutto - l’incidente che ha coinvolto Giuliano, e l’omicidio della madre - possa esserci un desiderio di rivalsa o vendetta".