Rimini, 16 novembre 2023 – Una delle chiavi per la risoluzione del giallo di Pierina Paganelli potrebbe essere racchiusa nell’ascensore della palazzina del civico 31 di via Del Ciclamino, a Rimini. È una delle ipotesi sul tavolo degli inquirenti, coordinati dal pm Daniele Paci, che dal 4 ottobre lavorano senza sosta al rebus che ruota attorno all’omicidio dell’ex infemiera di 78 anni, massacrata con quasi trenta coltellate. L’altro ieri, nuovi accertamenti tecnici sono stati svolti sull’ascensore dagli agenti della squadra mobile, guidata dal vice questore aggiunto Dario Virgili.
Accertamenti che mirano soprattutto a ricostruire gli spostamenti compiuti dal killer e le possibili vie di fuga, incluso l’impianto di elevazione che mette in comunicazione gli appartamenti con il seminterrato in cui si trovano i box auto. Insieme ai poliziotti, c’erano anche dei tecnici specializzati. Sulla base dei rilievi, sarebbe stato possibile delineare indicativamente quanto avvenuto attorno alle 22.15, orario ritenuto molto verosimilmente quello del delitto. Dopo essere rimasto bloccato per una quindicina di minuti in corrispondenza del garage, l’ascensore sarebbe ripartito salendo fino al terzo piano della palazzina. Circostanza che, se dovesse essere confermata senza la minima ombra di dubbio, porterebbe gli inquirenti a restringere il cerchio. La sera dell’omicidio, al terzo piano del condominio c’erano infatti cinque persone: la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, che insieme al fratello Loris e alla figlia sedicenne ha seguito in diretta l’adunanza di preghiera dei Testimoni di Geova (lo stesso incontro a cui aveva preso parte anche la Paganelli); Louis Dassilva, il 33enne senegalese con cui Manuela aveva una relazione extraconiugale, che ha affermato di aver trascorso la serata sul divano a causa dei dolori dovuti ad un incidente in moto risalente al giorno precedente, guardando un film in compagnia della moglie, Valeria Bartolucci. Tutti sono stati sentiti dal titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Paci, e hanno fornito un alibi. Gli accertamenti sono durati nel complesso circa tre ore, dalle 21 fino alla mezzanotte: fascia oraria durante la quale l’uso dell’ascensore è stato interdetto ai condomini. La telecamera della farmacia situata di fronte al complesso residenziale mostra la Panda rossa di Pierina che imbocca la rampa e scende nel seminterrato alle 22.08 del 3 ottobre. Proprio il blocco dell’ascensore per circa quindici minuti, all’ora in cui Pierina arrivava in garage di ritorno dall’incontro di preghiera nella sala del Regno dei Testimoni di Geova, era stato oggetto della testimonianza di un’amica della pensionata, mentre nell’audio della telecamera di sorveglianza collocata nel box auto vicino a quello della Paganelli, immediatamente dopo le urla della vittima si distingue distintamente l’ascensore ripartire. Nel frattempo, gli investigatori sono alle prese anche con un altro giallo, legato alla maglietta bianca indossata da Dassilva, vicino di casa di Pierina e presunto amante della Bianchi, poche ore prima che fosse commesso il delitto. L’indumento non è mai stato consegnato agli inquirenti.