REDAZIONE RIMINI

Pierina, il colpo di scena. C’è il Dna di due donne sul corpo della vittima

Trovati solo residui, ma si faranno comparazioni con le prime soccorritrici. Non ci sono tracce biologiche di Louis Dassilva, accusato dell’omicidio.

Pierina, il colpo di scena. C’è il Dna di due donne sul corpo della vittima

Louis Dassilva, 34 anni, senegalese, in carcere dal 16 luglio scorso

di Francesco Zuppiroli

RIMINI

Due donne sono entrate in contatto con il cadavere di Pierina Paganelli. Due soggetti, distinti, di sesso femminile, hanno interagito abbastanza con la 78enne uccisa a Rimini il 3 ottobre 2023 da lasciarle addosso la propria – flebile – firma biologica. È questa la verità scientifica che viene a galla dall’ultima fase di accertamenti irripetibili sui 15 reperti consegnati dalla polizia di Rimini al super perito Emiliano Giardina. Un nuovo round di esami che ha potuto contare anche sul super laser fatto venire appositamente dagli Stati Uniti d’America per amplificare le tracce già trovate e ricercarne di nuove.

Una ricerca che, infine, ha dato alcuni risultati come il Dna isolato uno sulla gonna ad altezza della vita e uno sul lato della maglietta vicino ad una coltellata tra braccio e spalla. Si tratta di due profili di due donne diverse, purtroppo troppo esigui per fare comparazioni. Ecco perché è prevista una ulteriore proroga – di breve termine – per cercare comunque di comparare questi due Dna femminili con quelli presenti nelle banche dati e quelli dei soccorritori di Pierina, intervenuti nei sotterranei di via del Ciclamino 31 la mattina del 4 ottobre.

Oltre alle nuove tracce, però, l’ultima tornata di accertamenti sui reperti – che comprendono gli indumenti ed effetti personali di Pierina e altri oggetti prelevati da casa dell’unico indagato Louis Dassilva – hanno anche cristallizzato l’impossibilità di conoscere il proprietario del Dna di ’maschio 3’. Quella firma biologica che era stata isolata dal super perito sulla gonna di Pierina, infatti, per la esigua quantità non è utilizzabile per un confronto. Così come non è stato isolato nemmeno il Dna di Louis Dassilva. Il 34enne senegalese in carcere dal 16 luglio non è comparso come profilo genetico tra le tracce isolate da Giardina sugli indumenti di Pierina Paganelli. Dassilva, comunque, era già stato arrestato a luglio prima che gli accertamenti irripetibili sul Dna avessero dato anche solo un primo parziale riscontro. Il 34enne era stato tradotto in carcere sulla base di quelli che secondo la Procura erano "gravi e concordanti" indizi di colpevolezza.

Su tutti, quella telecamera della farmacia ’San Martino’ che riprese alle 22.17 del 3 ottobre 2023 una persona transitarle davanti pochi minuti dopo che la Paganelli era stata uccisa qualche metro più in basso: nei sotterranei di via del Ciclamino 31. Con l’esito degli accertamenti irripetibili sui reperti in mano, ora la Procura aspetta lo svolgimento di questo secondo incidente probatorio per verificare l’identità della persona ripresa e determinare se si tratti proprio di Louis Dassilva – come sostiene chi indaga – oppure del vicino Emanuele Neri come indicato dai legali del 34enne senegalese, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi. Il primo passo di questo secondo incidente probatorio sarà martedì prossimo, 26 novembre, quando il gip del Tribunale insieme al super perito incaricato e i consulenti di parte si recheranno nella farmacia per ripristinare le condizioni della sera dell’omicidio, così da consentire poi l’esecuzione dell’esperimento vero e proprio: facendo sfilare Dassilva e Neri davanti alla telecamera.