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Un cane poliziotto in forza alle polizia municipale: lo straniero che l'ha picchiato è stato condannato
Rimini, 31 gennaio 2025 – Una pena di quattro mesi e 14 giorni. E’ quella stabilita dal gup di Rimini per un richiedente asilo di 32 anni, originario del Mali, che lo scorso Ferragosto aveva mollato uno schiaffo sul muso di Bruce, il cane antidroga della polizia locale, durante un controllo compiuto dalle pattuglie.
Lo straniero, come poi emerso, non aveva con sé stupefacenti, ma il suo comportamento aggressivo nei confronti del cane poliziotto aveva fatto scattare l’intervento di un assistente capo della municipale e di due agenti della polizia di Stato. L’africano si era scagliato contro di loro brandendo un coccio di bottiglia, nel tentativo di sfuggire all’identificazione. Per questo motivo era stato dichiarato in arresto con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Difeso dall’avvocato Marco Lunedei del foro di Rimini, ieri pomeriggio - al termine del processo con la formula del rito abbreviato - si è visto condannare a 4 mesi di reclusione. Il suo legale presenterà appello. L’episodio costato il processo al 32enne risale alla sera di Ferragosto del 2024. Lo straniero è seduto in spiaggia e sta armeggiando con il cellulare, quando a un tratto si avvicina un ‘pattuglione’ delle forze dell’ordine impegnato in un controllo capillare durante la serata più calda dell’estate. Bruce si accosta al maliano ed inizia ad annusare i suoi indumenti, alla ricerca evidentemente di sostanze stupefacenti che poi non saranno trovate.
Il 32enne, trovandosi faccia a faccia con l’animale di punto in bianco, ha una reazione stizzita e forse anche un po’ spaventata, e cerca di allontanarlo, spintonandola e mollandogli uno schiaffo sul muso. Tutto ciò porta all’intervento dell’istruttore del cane poliziotto e di altri due agenti della questura di Rimini che chiedono allo straniero di mostrare i documenti.
Quest’ultimo scatta subito in piedi e inizia a sbraitare contro le divise. “Il cane deve stare lontano da me: non vi avvicinate, altrimenti faccio un macello”. Minacce che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe pronunciato impugnando un coccio di bottiglia e agitandolo verso i poliziotti. Un comportamento aggressivo, che gli è valso l’arresto in flagranza con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Nel corso del processo con la formula del rito abbreviato, è emerso come il giovane soffra di problemi di depressione dovuti in parte anche ai suoi trascorsi nel paese d’origine. La sua reazione così energia, sia nei confronti di Bruce che dei poliziotti, sarebbe stata dovuta al momentaneo stato di agitazione, dovuto al fatto di trovarsi sottoposto improvvisamente ad un controllo da parte del cane antidroga.