Rimini, 26 aprile 2017 - Maltrattato da chi avrebbe dovuto amarlo alla follia: i suoi genitori. Un bimbo di due mesi potrebbe portare addosso per sempre le gravissime conseguenze di quegli abusi. I fatti sono datati 2014, ma a giorni si aprirà il processo a carico di padre e madre del piccolo che ora ha quasi tre anni.
Il padre, un riminese allora 24enne, si è presentato in ospedale con il bambino in braccio: «Mio figlio non sta bene, è ammutolito dopo aver pianto a lungo. L’ho trovato con la coperta in bocca mentre gli stavo preparando il latte, sua madre era uscita con le amiche», ha raccontato ai sanitari il padre. In ospedale hanno subito capito che qualcosa non andava in quel racconto.
Il piccolo presentava i classici sintomi della sindrome da bambino scosso, ossia quelle forme di abuso legate a un violento scuotimento con un conseguente trauma dell’encefalo. I medici si sono presi subito cura del bimbo e dagli esami è apparsa una situazione molto grave: il neonato presentava, tra l’altro, una grave emorragia retinica con traumi anche all’encefalo.
Il giovane padre, davanti all’evidenza, avrebbe successivamente ammesso qualche responsabilità. «Mio figlio piangeva sempre, non ci faceva vivere, ho solo cercato di calmarlo».
La madre, una 30enne del Riminese, avrebbe tentato di sminuire l’accaduto, riducendo il tutto a un paio di episodi. Ma le lesioni del figlio hanno raccontato un’altra verità. Per giunta la donna, durante la degenza ospedaliera, non ha mai assistito il figlioletto, persino nei suoi bisogni primari, disinteressandosi totalmente di lui. Mentre il bimbo ha continuato le sue cure tra Rimini e Cesena, della vicenda è stata immediatamente interessata l’autorità giudiziaria. Così i due genitori sono stati denunciati per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.
Il piccolo è stato collocato in una casa famiglia, ma anche durante la prima permanenza nella struttura insieme alla madre, la donna si è totalmente disinteressata del piccolo. Adesso il bimbo trova affidato a una nuova casa famiglia.
Il giudice per le indagini preliminari, Vinicio Cantarini, ha disposto il rinvio a giudizio per i due genitori: il processo avrà inizio il 23 maggio. Il gip Cantarini ha anche nominato l’avvocato Valentina Broccoli come curatore speciale per il bambino. Sarà lei che dovrà curare gli interessi del piccolo nel procedimento penale a carico dei suoi genitori che ora rischiano di perdere anche la patria potestà.