Rimini, 21 settembre 2023 – Nessuno scrupolo. Nemmeno per quel figlio che la compagna aveva in grembo da 13 settimane. Niente ha fermato la furia cieca di un rumeno di 35 anni accusato di aver aggredito la convivente, una donna straniera di 32 anni, con violenti calci e pugni al volto e all’addome, provocandole la lacerazione del timpano destro, nonché il timore di non portare a termine la gravidanza.
È stato proprio a seguito di questo episodio, avvenuto a Rimini il 29 luglio scorso, che a carico del 35enne sono partite le indagini della Squadra mobile, coordinata dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, che martedì hanno portato all’arresto in esecuzione dell’ordinanza di misura cautelare in carcere emessa a carico dell’indagato dal gip Manuel Bianchi.
Non ci sono solo le lesioni aggravate però nel quadro indiziario a carico del 35enne, difeso d’ufficio dall’avvocato Paola Zavatta, che dopo la querela presentata a seguito dell’aggressione di luglio dalla ormai ex compagna è stato ritenuto responsabile anche di mesi di maltrattamenti in famiglia.
L’uomo, stando agli investigatori della Questura, sarebbe arrivato altre volte a mettere le mani addosso alla donna, dandole spintoni e afferrandola per il collo. Sino anche a scaricarle addosso offese e minacce anche di morte, romperle un dente e persino presentarsi alla porta della madre di lei per diffondere un video intimo della compagna 32enne per screditarla agli occhi della parente.
Tutto questo anche dopo la presunta aggressione di luglio, dopo la quale infatti l’indagato avrebbe anche – a settembre – terrorizzato la donna con un coltello in tasca, nonché da ubriaco qualche giorno dopo afferrarla per le braccia e accusarla di averlo tradito, prima di costringerla ad allontanarsi di casa per timore di lui. Sarebbe stato al rientro che l’uomo, come in appostamento, sarebbe anche salito sul tetto dell’abitazione per attendere il rientro della donna. Un regime di terrore a cui però martedì sera la polizia ha messo fine, trasferendo il 35enne al carcere di Rimini.
f.z.