Rimini, 3 gennaio 2016 - I predatori sessuali dei bambini non hanno confini, soprattutto sul web. E negli ultimi tempi hanno trovato una nuova strada per agganciare le loro giovani vittime: si inseriscono nei giochi dei bambini, spacciandosi come coetanei. L’ultima a cadere nella trappola, poco tempo fa, è stata una bimba riminese di 10 anni. A scoprire tutto è stata la madre che è corsa subito alla Polizia postale. Gli investigatori sono riusciti a identificare il pedofilo a tempo di record, un 18enne pugliese che è stato denunciato.
Le indagini sono cominciate qualche settimana fa, quando una madre si rivolge disperata alla Postale e mostra le immagini che ha trovato nel computer della figlia di soli dieci anni. Foto a luci rosse molto spinte che lei ha scoperto per puro caso. Naturalmente ha interrogato subito la bambina, per cercare di saperne di più e lei ha raccontato che stava giocando con un coetaneo, e che è stato lui a mandarle «quelle cose». Niente di più facile, tutti i bambini hanno una paly station e con quella si collegano a un portale, una piattaforma che consente loro di giocare online con altri ragazzini. La figlia le ha raccontato che quella «persona» aveva detto di avere 10 anni come lei. Così avevano cominciato a giocare insieme, ma poi lui le aveva inviato quelle foto. Un legame che andava avanti da almeno tre mesi. Il racconto della figlia però si era interrotto qui. Gli investigatori si mettono subito in caccia di quello che è evidentemente un pedofilo. Ogni volta è una sfida, riuscire a ricostruire il ‘filo’ che porta fino al computer da cui è partito tutto. Ma dopo settimane di indagini, la Polizia è riuscita a dare un nome e un volto al predatore. Ha appena 18 anni ed è residente in Puglia
L'inchiesta però è tutt’altro che conclusa. La bambina è stata infatti portata da uno psicologo, non solo per cercare di accertare se ha subito ripercussioni per quelle immagini sconce. Ma anche e soprattutto per cercare di scoprire se la piccola riminese ha dato qualcosa ‘in cambio’ al pedofilo. Perchè è questo il principale obiettivo dei predatori di bambini che, dicono gli esperti, soprattutto negli ultimi tempi si sono gettati nei giochi per i più piccoli. Un serbatoio infinito di vittime. Il sistema è sempre lo stesso, si fingono loro coetanei e parlano come loro. Poi cominciano a mandare altri tipi di ‘messaggi’, quindi passano alle foto a luci rosse, chiedendo in cambio immagini dello stesso tenore. Il meccanismo psicologico dei bimbi è delicato, e spesso cadono nella trappola. Salvo poi tenersi tutto dentro. Ai genitori non resta che vigilare attentamente, il ‘mostro’ può nascondersi anche dietro a un ‘bambino’.