Assolto con formula piena. Si è conclusa in questo modo la battaglia legale di Gianluca Garulli, direttore del reparto di chirurgia generale dell’ospedale di Rimini, Santarcangelo e Novafeltria ed ex assessore della Giunta della sindaca Daniela Angelini (prima del commissariamento legato alla recente sentenza del Tar). Garulli, difeso dagli avvocati Gianluca Brugioni e Matteo Zucconi, era stato rinviato a giudizio per omicidio colposo per colpa medica a seguito del decesso di una paziente di 71 anni che il 1° settembre del 2017 era stata sottoposta ad un delicatissimo intervento chirurgico per la rimozione di una grande massa tumorale a livello surrenale all’ospedale Ceccarini di Riccione. L’operazione sembrava essersi conclusa perfettamente, nonostante l’estrema complessità, ma nel giro di poche ore le condizioni cliniche della donna erano andate incontro ad un rapido peggioramento. Aveva iniziato ad accusare dei sintomi come tachicardia e ipotermia e, dopo essere stata sottoposta ad una serie di esami ed accertamenti, era stata trasferita nel reparto di Rianimazione. Nell’arco di sei ore la situazione era precipitata del tutto e la donna era deceduta. A seguito della morte, la Procura di Rimini aveva aperto un fascicolo ipotizzando appunto il reato di omicidio colposo. Nel febbraio del 2020 il gup aveva disposto il rinvio a giudizio del medico, mentre i familiari si erano costituiti parte civile. Secondo l’impianto accusatorio, la paziente sarebbe stata colpita da un’emorragia particolarmente acuta che avrebbe suggerito un nuovo intervento. "Grazie anche alla relazione dei nostri consulenti tecnici, i professori Pierpaolo Balli e Gianluigi Melotti - spiegano gli avvocati Brugioni e Zucconi Brugioni - abbiamo potuto dimostrare che tutte le procedure attivate nell’immediatezza, a seguito dell’intervento e del manifestarsi dei primi sintomi - come l’eco-FAST per verificare il sanguinamento all’addome e il controllo dei drenaggi - furono applicate in maniera corretta e che tutte le risultanze emerse e la documentazione prodotta non indicavano che fosse in atto un’emorragia. Pur nella drammaticità di questa vicenda e nel massimo rispetto per il dolore dei familiari, la sentenza ha confermato che il dottor Garulli ha agito con professionalità, senza sottovalutare i sintomi evidenziati dalla paziente. Tutto ciò nel quadro di un intervento chirurgico estremamente delicato e complesso, portato a termine in maniera ottimale. La morte della paziente non poteva di certo essere imputata al solo chirurgo responsabile dell’intervento mentre è stato dimostrato che le cause del decesso sono da ricercare in una molteplicità di fattori non addebitali al nostro assistito". .
CronacaPaziente muore dopo l’intervento Assolto Garulli