Il Metromare non decolla, anzi rallenta. Pensare che doveva essere la spina dorsale del trasporto pubblico riminese. L’asse su cui tutte le altre linee in provincia dovevano basarsi. L’anello di congiunzione tra le vallate e il trasporto costiero. Invece, a cinque anni dall’inaugurazione del primo tratto tra le stazioni di Rimini e Riccione, i numeri dicono altro. Era il 23 novembre 2019 quando avvenne il taglio del nastro alla stazione di Riccione, dove il primo convoglio partì per arrivare al capolinea di Rimini dove si tenne il brindisi. Pochi mesi più tardi arrivò il Covid e i bus si fermarono per i lockdown.
Nel 2021 le persone tornarono a uscire di casa normalmente, soprattutto gli studenti, e il trasporto pubblico riprese a ‘camminare’. Nella provincia di Rimini si arrivò a 11 milioni e 856 mila passeggeri nella sola area urbana e interurbana di Rimini. Sommando le linee extraurbane, i passeggeri furono 13 milioni e 289mila. A fronte di questi numeri il Trc, ribattezzato Metromare, arrivò a 416mila passeggeri. Numeri lontanissimi da quelli a cui si faceva riferimento meno di dieci anni prima. Nel piano economico finanziario precedente al cantiere si era arrivata a una previsione di 4 milioni di passeggeri all’anno per il Metromare. Ipotesi che ancora teneva conto della centralità del servizio e di una graduale soppressione della linea 11. Qui nasce un tema: la sopravvivenza della linea 11. Per tanti anni è stata quella che ha trasportato – di gran lunga – il maggior numero di passeggeri sul territorio provinciale. Se il Metromare avesse ereditato quell’utenza, il numero di passeggeri sarebbe cresciuto in modo esponenziale. E invece l’11 è sempre lì. L’ipotesi di ridurlo a circolari interne, una a Riccione e l’altra a Rimini, cosa più volte detta da politici e amministratori nelle fasi di realizzazione del Trc, è rimasta nelle parole e non si è trasformata in fatti.
Così il Metromare ha iniziato a prendere velocità un poco alla volta. Nel 2022 il numero di passeggeri è arrivato a sfiorare quota 700mila: 696mila per l’esattezza. Una crescita che rifletteva quella dell’intero trasporto pubblico locale nella provincia di Rimini, che con l’addio alla pandemia aveva visto i bus riempirsi nuovamente. Se nel 2021 il totale dei passeggeri era stato di 13,7 milioni, l’anno successivo si era arrivati a 17,6 milioni. Questo è anche l’anno in cui si comincia a considerare il Metromare come un servizio che può e deve essere sfruttato sempre più dai turisti, in estate e anche in inverno. Infatti è durante le festività natalizie e a Capodanno che viene preso d’assalto.
Ma i problemi restano. Percorso limitato tra Rimini e Riccione, distante da centri nevralgici come la Fiera. La difficoltà nel renderlo centrale nel trasporto pubblico locale. Tant’è che nel 2023 avviene l’imprevisto. Mentre i passeggeri continuano a crescere e arrivano a 20,4 milioni in tutta la provincia con un incremento di circa 3 milioni, Metromare fa un passo indietro perdendo 40mila passeggeri e si ferma a 656mila. E quest’anno i problemi sono rimatsi. In casa di Pmr (Patrimonio mobilità Rimini), la società che ne detiene la titolarità, e a Palazzo Garampi, sanno bene che per far crescere il servizio è necessario ‘allungarlo’. "È fondamentale poter completare l’attuale tratta tra Rimini e Riccione con i progetti di prolungament: a sud fino a Cattolica; a nord fino a Santarcangelo – spiega l’assessore alla mobilità di Rimini Roberta Frisoni – In entrambi i casi il ministero ha emesso un avviso per la partecipazione al bando. Pmr si sta attrezzando per partecipare. Il bando sarà pubblicato a breve".
L’assessore non menziona il prolungamento (già finanziato) fino alla Fiera perché "Pmr sta già interloquendo con l’impresa arrivata seconda al bando, dopo la rescissione del contratto con Italiana Costruzioni. Qui i tempi della risposta saranno molto brevi, per poter ripartire quanto prima. Questi nuovi progetti sono fondamentali per far diventare il Metromare una vera metropolitana di costa, la spina dorsale del nostro trasporto pubblico locale".