Rimini, 8 febbraio 2022 - "La verità su Marco verrà finalmente a galla...". Ne è convinto l’autista che, il giorno della morte di Marco Pantani, avrebbe accompagnato da lui in hotel le due ballerine ed escort. Ma se la nuova indagine avviata dalla Procura approderà a conclusione diverse dalle prime due, molto dipenderà proprio da lui. Fin qui l’uomo non si è mai fatto avanti con gli inquirenti. Ma dopo gli ultimi sviluppi sul caso Pantani, negli ultimi giorni ha fatto capire a persone vicine alla famiglia del Pirata che"è arrivato il momento della verità".
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L’autista, in un’intervista a Le Iene, ha raccontato che la mattina del 14 febbraio 2004 le ragazze, portate da lui all’hotel Le Rose, sarebbero salite nella stanza 5d dove alloggiava il Pirata, per poi scendere poco dopo con un maglione verde e un marsupio. Un racconto che la famiglia Pantani conosceva ben prima che l’autista parlasse a Le Iene. La sua versione era già arrivata alle orecchie di mamma Tonina e papà Paolo.
Per questo la madre del Pirata, ascoltata dai carabinieri il 3 febbraio, ha chiesto ai militari di "cercare le due escort che erano insieme a Marco il giorno in cui è morto". E anche nella nuova memoria, scritta a quattro mani con i suoi avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi e depositata proprio il 3 febbraio scorso, Tonina Belletti ha sottolineato l’importanza di quanto riferito dall’autista, fornendo agli inquirenti nuovi elementi utili alle indagini.
Resta ancora da capire perché l’autista, fino a oggi, non abbia mai raccontato quanto sostiene di sapere sulle ultime ore di vita del Pirata. Non ha mai chiesto di essere ascoltato dalla Procura, e da quanto risulterebbe non si è nemmeno mai confidato con la famiglia Pantani. Forse perché temeva conseguenze? Oppure perché ha qualcosa da nascondere? E’ un fatto che un paio di giorni fa, dopo che mamma Tonina è stata sentita dai carabinieri di Rimini, l’autista abbia lasciato intendere a una persona molto vicina alla famiglia Pantani, che "la verità su Marco verrà finalmente a galla". Come se l’uomo avesse voglia di liberarsi da un peso.
Gli inquirenti sono molti cauti, e l’indagine va avanti nel massimo riserbo. Ma la famiglia Pantani ha chiesto espressamente, anche attraverso i suoi legali, che a questo punto l’autista sia interrogato. La sua versione contrasta quanto era emerso dalle prime due indagini: secondo il personale dell’hotel, infatti, nessuno sarebbe entrato nella stanza di Marco il giorno in cui è stato ritrovato morto, e il mobile bar e la televisione erano stati ritrovati spostati contro la porta per impedire l’ingresso a chiunque.