Alessandra Nanni
Cronaca

Pandemia, due avvocati denunciano la Cina

Un legale riminese e un collega di Milano presentano un esposto in Procura per epidemia, omicidio colposo e lesioni colpose

Due avvocati fanno causa alla Cina. La denuncia, firmata da Paolo Righi di Rimini, e dal collega Davide Contini di Milano, verrà depositata domani in Procura a Rimini. Le accuse nei confronti della Repubblica Popolare Cinese sono di epidemia, omicidio colposo e lesioni colpose: hanno nascosto l’esistenza dell’epidemia, consentendo così l’espandersi del virus nel resto del mondo. Righi e Contini, rappresentati dall’avvocato milanese, Pasquale Pantano, chiamano a raccolta tutti i cittadini perchè si uniscano a loro, in quella che giudicano una gigantesca battaglia anche e soprattutto sul fronte del diritto internazionale. Davide contro Golia? Può darsi, ma ritengono questa denuncia "l’unico strumento di giustizia per le persone e le imprese", e anche "una sfida storica contro l’immunità di cui godono i potenti".

"Le autorità cinesi – dicono i legali – non hanno saputo contenere un’epidemia che era inizialmente ben circoscritta territorialmente, favorendone anzi l’"esportazione", così di fatto impedendo al resto del mondo, in particolar modo al nostro Paese, di preparare e adottare per tempo le contromisure minime e necessarie per evitare la diffusione del virus". Gli avvocati puntano il dito contro il Governo cinese che era a conoscenza dell’epidemia già a novembre, forse prima, ma ha aspettato metà gennaio per mandare all’esterno i primi segnali, "negando la sussistenza di un pericolo globale e impedendo all’Oms di svolgere le indagini necessarie a identificare e limitare il contagio". Il prezzo pagato è stato altissimo. Per questo "non si può rimanere inerti di fronte alla gravità dei danni che il nostro Paese ha sofferto e sta soffrendo, sia per le migliaia di morti, sia per la grave crisi economica che ci sta affliggendo". I legali sono sorpresi anche del fatto che "di fronte a un disastro epocale si sia parlato poco o niente delle responsabilità penali delle persone che governano la Cina. Solo in pochi hanno parlato di una possibile responsabilità civile per i danni causati agli operatori economici, "ma nessuno ha invocato l’intervento delle autorità italiane, per identificare i responsabili della catastrofe".

Come avvocati, si sono chiesti cosa avrebbero potuto fare. "Abbiamo dovuto considerare la complessità della vicenda – spiegano – e ci siamo resi conto della necessità di rivolgerci alla nostra magistratura, per sollecitare formalmente l’avvio di un’indagine in sede penale". Si sono messi così a raccogliere tutte le notizie e le informazioni possibili, una marea di atti e documenti. Hanno lavorato per tre mesi, e alla fine hanno messo nero su bianco l’atto di denuncia. "D’altra parte, le conseguenze sono state talmente gravi da potere, in ipotesi, configurare una serie di reati: dall’omicidio colposo plurimo, alle lesioni personale, fino all’epidemia colposa". Quello che chiedono alla Procura è un’indagine "che chiarisca, con i poteri e gli strumenti di accertamento di cui i privati cittadini non dispongono, le responsabilità primigenie della pandemia". "La denuncia – dicono ancora – è oltremodo importante perchè consente di far conoscere a tutti l’esistenza di una norma consuetudinaria che permetterebbe agli stati esteri di godere di un’immunità che impedirebbe anche allo Stato italiano di esercitare la propria giurisdizione, e quindi di procedere penalmente nei confronti della Cina e dei suoi governanti". L’obiettivo è quello di aiutare l’opinione pubblica "a comprendere e a combattere contro uno dei principi che appaiono non solo del tutto desueti rispetto all’evoluzione della società, ma addirittura contrari ai diritti fondamentali degli esseri umani". Le accuse riguardano un paese straniero, ed è quindi doveroso capire se l’autorità giudiziaria italiana possa perseguire soggetti che rappresentano organi politici e amministrativi di autorità straniere per condotte colpose. "In via di principio – sottolineano – il diritto internazionale imporrebbe a tutti gli Stati di astenersi dall’esercizio della propria giuristizione nei confronti degli altri stati". Ma la pandemia ha spazzato via tutto, o dovrebbe farlo. "E’ venuto il momento di dare vita a un dibattito al riguardo, perchè – ritengono i denuncianti – tale immunità non può e non deve essere applicata a casi come questi". "Come si può ammettere – si chiedono – che i nostri diritti fondamentali possano cedere il passo all’immunità politica di governanti di un paese straniero che forse hanno commesso un crimine?". Dopo la denuncia, il passo successivo è chiedere la partecipazione di tutti. Chiunque può sostenerla aggiungendo il proprio nome alla "battaglia storica". La petizione, che sarà online a partire da domani, si può firmare su www.change.org.