Dall’apertura del 15 gennaio il rodaggio del nuovo Cau all’Ospedale ’Franchini’ di Santarcangelo pare continuare senza intoppi. "Il Cau sta funzionando molto bene". E a confermarlo è Catia Drudi, responsabile del ’Franchini’. "Durante il passaggio da Punto di primo intervento (Ppi) a Centro assistenza e urgenza (Cau) – spiega la Drudi – non abbiamo notato differenze nel trattamento dei pazienti e nemmeno nelle affluenze". I dati sugli accessi peraltro sono stati analizzati dalla commissione consiliare permanente, proprio giovedì scorso. Una prima occasione di monitoraggio del nuovo Cau, con cui l’amministrazione clementina ha preso in considerazione le prime tre settimane di attività. Ma non è da ritenersi un monitoraggio "esaustivo".
"Fin da subito abbiamo registrato con favore – spiega il Comune di Santarcangelo – la partenza a pieno regime delle procedure di ricovero". Nessun problema poi sulla "dotazione organica" del Cau. Dotazione che si mantiene "completa", al pari della "disponibilità delle ambulanze". Sono tutti aspetti per i quali l’amministrazione comunale aveva chiesto "garanzie" all’azienda sanitaria. L’aria di totale soddisfazione per il Cau, stando alle istituzioni, smentirebbe così le tante polemiche imperversate fra la cittadinanza nei mesi scorsi, con il timore che l’apertura del nuovo centro potesse depotenziare le attività legate alle emergenze.
Non la pensa così Pietro Pesaresi, presidente provinciale del sindacato dei medici Snami, secondo il quale "il Cau aumenta i tempi di attesa e genera confusione tra i pazienti". Lo contraddice Catia Drudi: "Nessuno intoppo per chi necessitava il ricovero al Cau di Santarcangelo, e anche per chi doveva essere centralizzato. E il personale non manca affatto". Soddisfatti, secondo la Drudi, sia i medici del Cau che quelli del reparto di medicina, insieme agli infermieri. E "non è vero che con i Cau si sta favorendo la sanità privata". Anzi: "Stiamo offrendo una risposta sanitaria a tutti i bisogni di coloro che si stanno rivolgendo al Cau". "È però ancora presto – precisa l’Ausl – per diffondere i dati precisi sugli accessi al Cau, serve un periodo di riferimento maggiore per rilasciarli". L’Ausl ricorda poi l’esistenza di un "questionario regionale", con cui è stata analizzata la situazione degli utenti del Cau. Insomma, dal punto di vista dell’Ausl "tutto funziona per il meglio".
Andrea G. Cammarata