REDAZIONE RIMINI

Ospedale di Rimini: celebrazioni dei 50 anni e il ruolo cruciale del volontariato

Le celebrazioni dell'ospedale di Rimini hanno trascurato il ruolo dei volontari e dell'Avis nella donazione di sangue.

Ho letto quanto evidenziato dal dottor Luigi Lazzari sul Carlino del 6 dicembre e desidero esprimere alcune considerazioni sui festeggiamenti dei 50 anni del nostro ospedale. Premetto che quanto segue rappresenta il mio pensiero che prescinde dalla mia appartenenza all’ Avis di Rimini e a RiminiAil.

Ritengo che le celebrazioni svolte abbiano puntato il riflettore soprattutto sulla struttura degli immobili, dei macchinari, delle attrezzature e di tutto quanto di materiale è necessario per curare; si è data poca importanza alle persone, ai volontari che operano all’interno dell’ospedale. Le associazioni di volontariato sono state menzionate solo tra tutti coloro che hanno contribuito con donazioni per l’acquisto o la ristrutturazione di quanto serviva.

Non è stata evidenziato un elemento: tutti i volontari sono riusciti a trasformare la paura e la sofferenza provate per loro stessi o per persone a loro care, in aiuto morale, conforto e speranza per coloro che stanno attraversando quello che loro stessi hanno provato in passato.

Inoltre non è stato fatto cenno dell’Associazione Avis e tantomeno espresso ringraziamento per la fondamentale attività che porta avanti. Infatti è noto a tutti l’importanza della donazione di sangue per far fronte sia alle emergenze, dove una trasfusione può fare la differenza tra la vita e la morte, sia alla pianificazione ordinaria delle trasfusioni ad ammalati cronici o acuti.

Desidero evidenziare che gli specialisti di ematologia sono concordi nell’affermare che tutti gli ammalati ematologici hanno necessità di trasfusioni per vivere una vita normale e più lunga.

Nives Carlini Cuttin