Dal Celodurismo di Umberto Bossi alle barzellette osè di Silvio Berlusconi. Ma ovviamente anche il Movimento 5 Stelle di Grillo, partorito da un grande Vaffa. Come dimenticarli. Quanti politici usano parolacce e turpiloquio per arrivare dritto alla pancia degli elettori? Se lo è chiesto, provando a dare delle risposte, Benedetta Cicognani, 27enne riminese che si occupa di comunicazione. Politica e scrittura le sue due grandi passioni. Che ha unito, oltre che nel suo lavoro (cura la comunicazione digitale del Comune di Rimini, dopo essersi occupata di comunicazione in Regione), nel suo primo libro Onorevole parolaccia edito FrancoAngeli, diretto verso le librerie dal 2 settembre, ma già preordinabile su Amazon. "E’ un libro che i primi passi li ha mossi con la mia tesi di laurea – racconta l’autrice – Il tema mi ha incuriosito e l’ho approfondito con il professor Roberto Cammarata (che ne ha curato la prefazione, ndr) di Scienze politiche e di governo alla Statale di Milano. E, alla fine, ampliato, è diventato un libro".
Scavando tra le parolacce dei politici. "Sono molti quelli che cercando l’effetto wow. Pensi a Vittorio Sgarbi. Accademico, scrittore, critico d’arte. Ma quando si sveste da questi ruoli abbandona del tutto la ricercatezza dialettica. Il suo ‘capra’ è diventato un ritornello iconico, la sua opera d’arte per fare intrattenimento". Dalla comunicazione istituzionale, suo pane quotidiano, Cicognani si è tuffata in quella ingiuriosa per iniziare il cammino da scrittrice. E’ solo l’inizio, verrebbe da dire. "Sinceramente non lo so – sorride – L’iter che ha fatto nascere questo libro è stato divertente e stimolante. Ho messo insieme due materie che mi affascinano: la politica e il linguaggio. E ne è uscito qualcosa di godibile e fresco. Spero. Ho una famiglia allargata, mi auguro che qualcuno abbia il buon cuore di leggerlo...". Un libro pensato per quale pubblico? "Non penso ci sia un target. Credo che sia perfetto per chi ama la politica perché in fin dei conti è un viaggio che parte dal ventennio fascista e arriva ai giorni nostri. Ma anche per chi di politica non se ne intende o non gli interessa".
Una curiosità, mi perdoni. In tutto questo, cosa c’entrano le Birkenstock? "L’ho sempre pensato. Se le parolacce fossero delle calzature, sarebbero delle Birkenstock: sono brutte, ma hanno successo. E in politica, le assicuro, funzionano particolarmente".
Donatella Filippi