REDAZIONE RIMINI

Omicidio stradale . Muore davanti al figlio. Un anno all’investitore

L’anziana riminese era stata travolta da un furgone in via Marecchiese . La Suprema Corte conferma la colpevolezza del conducente . Dalle telecamere si era visto che l’uomo non aveva le mani sul volante.

Il corpo dell’anziana investita da un furgone in via Marecchiese

Il corpo dell’anziana investita da un furgone in via Marecchiese

Era morta sotto gli occhi del figlio, travolta da un furgone mentre attraversava la strada. Si è chiusa definitivamente la vicenda giudiziaria che ruotava attorno al tragico incidente costato la vita ad Enrica Zamparini, 75 anni, il 16 settembre del 2019 a Rimini. La Corte di Cassazione ha reso definitiva la sentenza a carico dell’investitore, un riminese di 41 anni, respingendo il suo ricorso. Un anno di reclusione era stata la pena stabilita dal tribunale di Rimini e confermata anche dalla Corte d’Appello di Bologna, che aveva riconosciuto l’imputato colpevole dell’accusa di omicidio stradale, con il riconoscimento delle attenuanti, e dichiarandolo tenuto al risarcimento dei danni verso la parte civile. I giudici hanno accertato che quel giorno l’uomo "non aveva le mani sul volante, poiché intento a maneggiare un’agenda cartacea così da non essere in grado di avvistare il pedone che stava attraversando la strada e di rallentare la marcia".

Una ricostruzione basata sui rilievi compiuti dalla polizia locale, ma soprattutto sul filmato della telecamera di una parafarmacia puntata sul luogo dell’incidente. I famigliari della vittima avevano rinunciato alla costituzione in giudizio a seguito del raggiungimento di un accordo transattivo con la compagnia di assicurazione. I giudici avevano ritenuto sussistente il concorso di colpa della vittima, che aveva attraverso la strada fuori dalle strisce. La tragedia si era consumata il 16 settembre del 2019, verso le 13,30, sulla via Marecchiese, all’altezza del Credit Agricole. Zamparini, 75 anni, era appena uscita dal bar insieme al figlio e stava attraversando la strada, in prossimità delle strisce pedonali, anche se non esattamente in quel punto. Avevano l’auto dall’altra parte della strada, lei aveva quasi del tutto attraversato e il figlio era un passo dietro di lei, quando è arrivato il furgone, un Fiat Scudo, condotto dal 41enne. Dalla ricostruzione fatta poi dalla Polizia municipale, il conducente del mezzo non ha nemmeno frenato, ha travolto la donna, scaraventandola contro un’altra macchina in sosta. Un colpo violentissimo, l’anziana signora ha sfondato il parabrezza con la testa e quando sono arrivati gli operatori del 118, si sono subito resi conto che le sue condizioni erano disperate.

Sotto gli occhi impietriti del figlio, i medici hanno tentato a lungo di rianimarla, ma non c’è stato niente da fare. Il furgone invece si era fermato circa 40 metri dopo. L’imputato si era difeso sostenendo che la velocità del furgone non fosse accertata dagli agenti intervenuti sul posto per i rilievi né da appositi strumenti di rilevazione, ed evidenziando inoltre il fatto che la donna aveva attraverso la strada in "in condizioni di scarsa visibilità, in quanto dopo il passaggio di un mezzo, in condizioni di intenso traffico" in maniera "repentina".