
Rimini, 14 novembre 2023 – “La disassociazione non può essere definita una cacciata. Inoltre non è corretto dire che coloro che ne sono oggetto vengano isolati, col rischio di compromettere anche il rapporto con i figli e gli altri famigliari. Infatti, solo coloro che trasgrediscono in modo ostinato e impenitente le norme bibliche vengono disassociati. E quando una persona viene disassociata, i singoli fedeli decidono in base alla loro coscienza sensibile alle norme religiose come regolare i loro rapporti con la persona".
È la stessa congregazione dei Testimoni di Geova di Roma, attraverso le parole del direttore dell’ufficio della comunicazione, a commentare le ultime vicende riguardanti il delitto di Pierina Paganelli (e in particolare quelle legate alla nuora Manuela Bianchi), fornendo chiarimenti e precisazioni sui principi che regolano il funzionamento delle comunità locali, inclusa quella riminese a cui apparteneva Pierina, massacrata con 29 coltellate la sera del 3 ottobre scorso, nel garage sotterraneo del condominio di via Del Ciclamino.
Il riferimento è in particolar modo alla riunione degli anziani che si sarebbe dovuta svolgere il 4 ottobre, giorno in cui è stato ritrovato il corpo dell’ex infermiera 78enne, e alle possibili ricadute alle quali la nuora Emanuela Bianchi avrebbe potuto esporsi per via della relazione extraconiugale intrattenuta con il vicino Louis Dassilva.

“Contrariamente all’accusa secondo cui i Testimoni di Geova cacciano gli ex aderenti – si legge nella lettera della Congregazione – è facilmente verificabile da quanto è pubblicato anche sul nostro sito web che, all’interno della famiglia, i legami di sangue restano inalterati. Il vincolo coniugale e i normali rapporti familiari e affettivi proseguono. Solo coloro che trasgrediscono in modo ostinato e impenitente le norme bibliche posso essere disassociati. Quando una persona viene disassociata, i singoli fedeli decidono in base alla loro coscienza sensibile alle norme religiose come regolare i loro rapporti con la persona, e come applicare i princìpi contenuti nella Bibbia". Pertanto "la disassociazione non viola alcun diritto dell’individuo, come già evidenziato dalla Corte di Cassazione italiana in una sentenza del 2017, e dalle altre Alte Corti in Belgio, Canada, Inghilterra, Germania, Irlanda, Italia, Giappone, Polonia, Sudafrica e Stati Uniti".