FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Omicidio Pierina, rebus premeditazione. Per la Procura Dassilva non aveva un piano, ma ha agito con crudeltà

Il 34enne senegalese resta il solo indagato per l’omicidio di Pierina, tra le aggravanti anche i motivi abietti. Martedì sarà interrogato Intanto gli investigatori hanno ascoltato un’altra amica della Bianchi

Rimini, 23 giugno 2024 – Ha agito per motivi abietti. Con crudeltà nei confronti della sua vittima. Commettendo l’omicidio approfittando delle condizioni di tempo, luogo e persona con minorata difesa. Ma no, per la Procura di Rimini, Louis Dassilva non avrebbe agito pianificando il delitto di via del Ciclamino.

Louis Dassilva è indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli (foto Migliorini)
Louis Dassilva è indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli (foto Migliorini)

Non c’è infatti l’aggravante della premeditazione tra le tre che accentuano ancora di più la già pesantissima accusa di omicidio volontario per cui è indagato il 34enne senegalese. L’unico nome iscritto nel registro dagli inquirenti, dopo quasi nove mesi di indagini sull’assassinio di Pierina Paganelli. E in vista dell’interrogatorio di martedì mattina (il primo vestendo i panni dell’indagato), la difesa di Dassilva – rappresentata dall’avvocato Riario Fabbri e dalla criminologa Bruzzone – si prepara a incassare i colpi e le bordate degli inquirenti.

Avvalersi o non avvalersi, della facoltà di non rispondere? Sarà questo il dilemma del pool di Dassilva, fino all’ultimo, prima di virare verso la strategia difensiva da applicare di fronte al macigno accusatorio che il pm Paci è pronto a far franare su Dassilva, ritenuto essere il carnefice della povera Pierina. Lui, la mano che la sera del 3 ottobre scorso nel seminterrato di via del Ciclamino 31 ha straziato con 29 coltellate il corpo della pensionata 78enne, con un colpo, quello fatale, sferrato al di sotto della clavicola destra, che ha raggiunto il cuore. Lo avrebbe fatto brandendo un coltellaccio da cucina, con una lama di almeno quindici centimetri, per cui oltre all’omicidio volontario Dassilva deve rispondere anche del porto di armi fuori dalla propria abitazione.

Una ricostruzione, quella contenuta nella gravosa convocazione in Procura, che getta fiato sul collo di Louis Dassilva, il quale non avendo premeditato l’omicidio di Pierina, stando alla Procura, potrebbe dunque avere agito da solo. Sebbene continuino in questi giorni di vigilia dell’interrogatorio i confronti serrati tra la squadra mobile e alcune amiche di Manuela (un’altra è stata sentita ieri mattina per tre ore in questura), per scandagliare il rapporto extraconiugale con Dassilva prima e i rapporti con i Saponi poi, pare che la Bianchi e suo fratello Loris in questa fase siano usciti dal cono dei sospetti di chi indaga, che li riterrebbe totalmente estranei al delitto.

Diverso discorso per Dassilva, mai così sulla graticola dopo che stando al pm Daniele Paci qualcosa, qualche indizio a suo carico, il senegalese, in giro, dovrebbe averlo lasciato. Forse appena una traccia, una fessura nella cruna dell’ago, ma abbastanza per invitare l’indagato a presentarsi in Procura per rispondere di accuse molto gravi su cui si sono finora sviluppati gli intrecci di questa soap dell’orrore, dove gli intrighi amorosi hanno amplificato pettegolezzi e indagini.

Proprio l’amore, il famoso movente passionale, sarebbe stato il propellente per l’impeto omicida imputato a Dassilva. Il quale pur non pianificando di uccidere Pierina avrebbe comunque deciso d’impulso di farla fuori, vedendola come un ostacolo alla propria relazione con Manuela e alla serenità della Bianchi stessa, che da mesi era entrata in conflitto con la suocera. Sulla scacchiera ora i pezzi si muovono veloci, mentre il valzer dei sospetti rallenta e al centro della scena sembra rimanere soltanto Louis Dassilva.