Rimini, 25 luglio 2024 - Dal 16 luglio scorso si trova in carcere, a Rimini, come unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, massacrata con 29 coltellate il 3 ottobre del 2023 a Rimini. E da oggi comincia la battaglia legale per Louis Dassilva, il 34enne senegalese che secondo gli inquirenti – coordinati dal pm Daniele Paci – avrebbe ucciso la vicina di casa spinto da motivi passionali, vedendola come una potenziale minaccia per i suoi affetti più cari: la moglie Valeria Bartolucci e l’amante Manuela Bianchi, nuora della vittima, con la quale ha intrattenuto per mesi una relazione extraconiugale, anche dopo l’omicidio.
In queste ore il pool difensivo che assiste Dassilva – composto dall’avvocato Riario Fabbri e dalla criminologa e volto noto televisivo Roberta Bruzzone – ha depositato la richiesta al tribunale del Riesame per la revisione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Vinicio Cantarini e che ha spalancato per Louis le porte dei ’Casetti’ a quasi dieci mesi di distanza dall’omicidio. I difensori chiedono una revisione, anche nel merito, dell’ordinanza, puntando in questo modo, di fatto, ad ottenere la "scarcerazione" di Dassilva.
Da parte del pool difensivo, bocche cucite sulle motivazioni che faranno da supporto alla richiesta indirizzata al tribunale del Riesame, anche se in un certo senso alcune delle ragioni a sostegno della liberazione di Louis – almeno dal punto di vista dei suoi difensori – erano già trapelate nei giorni scorsi.
Per la magistratura sussiste il pericolo di inquinamento delle prove e quello di una eventuale fuga dell’indagato, che ha rapporti stretti con il suo Paese d’origine, il Senegal (dove vivono i fratelli, il padre, e la madre dei suoi due figli, l’ultimo dei quali nato solamente due anni fa), oltre ad un biglietto aereo ‘aperto’. La consulente Bruzzone, d’altra parte, aveva precisato come fosse stato lo stesso Louis a rinunciare a quel viaggio già programmato da tempo "per non accrescere ulteriormente i sospetti su di sé". Inoltre, il 34enne è stato ritenuto pericoloso e in grado potenzialmente di commettere altri delitti. Elementi su cui dovrà ora concentrarsi la strategia difensiva che verrà messa in campo da Fabbri, Bruzzone e da una squadra di consulenti.
Una strategia difensivia che, in vista di una eventuale prosecuzione delle indagini e di un possibile (e forse inevitabile processo) mirerà con ogni probabilità a scardinare quello che è il principale movente ipotizzato dalla Procura, ovvero la questione passionale, i legami sentimentali tra Louis e Manuela e la possibile reazione che quest’ultima potrebbe – secondo l’accusa – aver innescato nella mente del 34enne senegalese, a causa dei suoi timori per il fatto che la relazione extraconiugale potesse essere smascherata da Pierina.
In attesa dei risultati degli accertamenti irripetibili sui reperti biologici e il materiale biologico proveniente dalla scena del crimine, la difesa di Louis si sta concentrando anche quella che per gli inquirenti è considerata la ’prova regina’: il filmato della telecamere della farmacia San Martino che alle 22.17 del 3 ottobre immortala una sagoma che per gli investigatori della squadra mobil e il consulente della Procura corrisponderebbe a Dassilva. "Immagini poco nitide, confuse, che si prestano a controdeduzioni" ha detto la Bruzzone.