Rimini, 30 settembre 2024 – La chiave del delitto di via Del Ciclamino potrebbe essere racchiusa nella memoria di un telefono. È la convinzione degli investigatori della squadra mobile di Rimini, guidata da Marco Masia e coordinata dal pm Daniele Paci. L’inchiesta che vede coinvolto Louis Dassilva, il 34enne senegalese in carcere dal 16 luglio con l’accusa di essere l’assassino di Pierina Paganelli, uccisa il 3 ottobre scorso, procede con nuove importanti fasi.
Stamattina il gip Vinicio Cantarini conferirà l’incarico al consulente tecnico per analizzare i dispositivi sequestrati durante le perquisizioni svolte dalla polizia di Stato. Sotto esame saranno smartphone, orologi digitali, pc e tablet appartenenti a Dassilva: dispositivi che potrebbero contenere alcune informazioni rilevanti per il caso. Particolare attenzione sarà data ai messaggi scambiati con la nuora della vittima, Manuela Bianchi, con cui Dassilva aveva una relazione. Le analisi cercheranno di stabilire anche se vi siano stati tentativi di cancellare messaggi o altre prove. La Procura aveva richiesto che le indagini fossero estese fino a maggio 2023, includendo così l’incidente stradale del 7 maggio in cui rimase coinvolto Giuliano Saponi, marito di Manuela e figlio di Pierina. Un incidente la cui dinamica è ancora avvolta dal mistero. Ma il giudice ha limitato l’esame dei dispositivi solo al periodo connesso all’omicidio, escludendo quindi l’incidente.
Gli accertamenti riguarderanno due telefoni, un iPhone e un Samsung, quattro orologi digitali e due pc portatili. Saranno passate ai raggi x foto, video, dati della cronologia della navigazione internet, tutte le chat di WhatsApp, Messenger, Instagram e Telegram. Un passaggio chiave sarà l’estrapolazione dei dati sugli spostamenti di Louis attraverso le app ’salute’, capaci di calcolare ad esempio i passi compiuti, velocità, battiti del cuore e altri dati. Partendo dall’analisi dei cellulari e degli accessi alla piattaforma tv Netflix fino alle 22.06 del 3 ottobre 2023, su cui Dassilva racconta agli inquirenti di aver visto un film, investigatori, Procura e gip concordano nel sostenere che il senegalese a quell’ora era sveglio e che possa essere uscito dal suo appartamento tra le 22.07 e le 22.35, avendo così il tempo per uccidere la povera Pierina.
Nel frattempo si attendono gli esiti degli accertamenti sul materiale biologico proveniente dai vestiti e dagli effetti personali di Pierina e di Dassilva, la cui analisi è in mano al professor Emiliano Giardiano dell’università Tor Vergata di Roma. La relazione finale sui test di laboratorio sarà presentata in ottobre. Secondo quanto trapelato, su alcuni dei reperti sarebbe stato isolato del Dna maschile, anche se in una quantità che potrebbe non essere sufficiente ad effettuare una comparazione.