Rimini, 4 maggio 2024 – Sette mesi dalla morte di Pierina Paganelli, ma ancora non c’è un colpevole. E non risulta ancora nessuno sul registro degli indagati. Ma intanto i difensori di Manuela Bianchi, la nuora della 78enne uccisa la sera del 3 ottobre con 29 coltellate nel garage del condominio di via del Ciclamino, hanno presentato giovedì in Procura una nuova memoria difensiva. Un documento di una decina di pagine, in cui si sollevano sospetti e – soprattutto – si chiede agli inquirenti di indagare a tutto tondo tra i residenti del complesso di via del Ciclamino. È lo stesso Davide Barzan, il consulente legale di Manuela e del fratello, Loris Bianchi, a spiegare che "in un caso come questo diventa necessario fare prelievi del dna a tutti coloro che vivono in via del Ciclamino. A partire dalle persone che, insieme a Manuela, hanno trovato il corpo della povera Pierina la mattina del 4 ottobre". Barzan arriva a evocare gli accertamenti compiuti per l’omicidio di Yara Gambirasio. "Non vogliamo puntare il dito su nessuno. Ma fin qui tutti i sospetti si sono concentrati solo 4 persone. Invece riteniamo fondamentale allargare le indagini". E secondo Barzan "occorre prelevare il dna ai condomini, quanto meno a quelli che abitano al civico 31". I difensori di Manuela hanno chiesto inoltre agli inquirenti di poter vedere i filmati delle telecamere che avrebbero ripreso una persona dirigersi a piedi verso i cassonetti dei rifiuti pochi minuti dopo il delitto: la Procura ha negato la visione delle immagini.
Indagini difensive le sta facendo anche Riario Fabbri, avvocato di Louis Dassilva e della moglie Valeria Bartolucci, vicini di Manuela e Pierina. Fabbri ha ingaggiato la criminologa Roberta Bruzzone come consulente. E la Bruzzone, dopo aver letto tutte le carte e aver svolto i sopralluoghi in via del Ciclamino, ha già consegnato la sua relazione a Fabbri. "Ma noi non abbiamo presentato alcuna memoria difensiva, né abbiamo intenzione di farlo – taglia corto Fabbri – Le indagini che stiamo facendo insieme alla Bruzzone ce le teniamo per noi". La criminologa ha condotto gli esami accurati della scena del crimine, delle possibili vie di fuga, di suoni e rumori. Pierina urlò quando affrontò il suo assassino e la sua voce fu registrata da una telecamera di un garage vicino. E su questo, i difensori di Manuela e Loris e di Louis e Valeria concordano: impossibile che quella sera nessuno abbia sentito nulla.