Rimini, 2 novembre 2024 – Louis Dassilva ha detto “sì”. Sì a transitare lungo lo stesso percorso della persona ripresa dalla cam3 della farmacia San Martino alle 22.17 del 3 ottobre 2023. Sì ad essere ripreso dalla stessa telecamera che si trovava nell’attività mentre di fronte, nel seminterrato del civico 31 di via del Ciclamino Pierina Paganelli veniva barbaramente uccisa. Sì, insomma, a ripercorrere quei passi che la Procura gli imputa, ritenendo proprio il 34enne senegalese l’uomo immortalato dall’occhio meccanico quel giorno e, quindi, anche l’assassino di Pierina di ritorno dai cassonetti della spazzatura dopo essersi disfatto dell’arma del delitto.
Dassilva da dietro le sbarre del carcere ’Casetti’ – dove è ristretto dal 16 luglio – ha dunque dato il proprio consenso a sottoporsi a quell’esperimento giudiziale in sede di incidente probatorio che la Procura nei giorni scorsi ha richiesto al giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini. Ma la presenza di Dassilva il giorno in cui effettivamente verrà compiuto l’esperimento in incidente probatorio – una volta accolta la richiesta della Procura e nominato il perito sper partes del Tribunale – non è ancora assicurata. Stante il consenso del 34enne infatti gli avvocati che lo assistono, Riario Fabbri e Andrea Guidi, sono granitici nel porre una condizione irrinunciabile per concedere che il loro assistito transiti o, come sostiene la Procura, torni a transitare nel campo visivo della cam3. “Dovranno essere riprodotte e garantite le condizioni di quella sera”. È questo il requisito imposto dalla difesa, che ieri ha anche depositato le proprie osservazioni sulla richiesta di incidente probatorio della Procura. Osservazioni tese proprio a porre l’accento sulla necessità di ricostruire minuziosamente le condizioni delle 22.17 del 3 ottobre 2023.
Come se fosse un vero e proprio set cinematografico. Anzi, più di un set cinematografico. Un viaggio indietro nel tempo a quella sera: stessa luce, stessa telecamera, stesso orario. Forse, stessa persona. “Il punto è questo – scandisce l’avvocato Riario Fabbri –. Vogliamo capire se la scena è ricostruibile in tutto e per tutto. In quel caso, Dassilva ha già dato l’okay a prestarsi all’esperimento e anche noi daremo via libera, perché abbiamo le nostre idee da verificare”.
Discorso diverso se invece gli avvocati di Louis non riterranno soddisfatto il requisito di ricreare tutte le condizioni di quella sera. In quel caso, per l’esperimento giudiziale si ricorrerà invece ad un figurante che “riproduca le sembianze”, recita la richiesta, dell’indagato. Soprattutto il colore della pelle, uno degli elementi che la richiesta di incidente probatorio ha chiesto di comparare tecnicamente tra appunto l’uomo immortalato dalla cam3 la sera dell’omicidio e il materiale che verrà poi cristallizzato nel corso dell’esperimento.
Un’attività che, oltre a Dassilva, avrà come protagonista anche il vicino. Un altro inquilino di via del Ciclamino che si è riconosciuto “al mille per mille” nel filmato prova regina dell’accusa. Quel vicino che i difensori di Dassilva hanno infatti indicato come il vero protagonista del girato della farmacia. A decidere poi di chi si tratti realmente sarà il perito super partes incaricato dal Tribunale una volta accolta la richiesta dell’incidente probatorio. Una consulenza tecnica dall’esito cruciale per imprimere una direzione alle indagini, sia nel caso che venga riconosciuto Dassilva, sia in caso contrario venendo a far cadere l’architrave su cui tutto l’impianto accusatorio è stato innalzato da chi indaga. Oggi invece gli avvocati Fabbri e Guidi presenteranno, in tempo per il gong della scadenza dei termini, il ricorso in Cassazione per la scarcerazione di Louis Dassilva dopo il rigetto con tanto di motivazioni arrivato da parte del Tribunale del Riesame.