Rimini, 3 settembre 2024 – Ci sono due telefoni cellulari, quattro orologi digitali di diversi marchi e colorazioni e anche due laptop. Un inventario tecnologico di proprietà di Louis Dassilva che si appresta a tornare sotto la lente dei periti dopo il conferimento da parte della Procura di Rimini dell’incarico all’analista forense Luca Russo e all’ingegnere Alessandro Perri per scandagliare il contenuto dei dispositivi sequestrati all’unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli.
Nello specifico, l’incarico per la nuova perizia tecnologica verrà conferito in Procura il prossimo 9 settembre alle 14 in punto. Un giorno tutt’altro che casuale dal momento che il pm titolare dell’inchiesta, Daniele Paci, ha di fatto mosso sullo scacchiere la pedina di un nuovo accertamento lo stesso giorno in cui il pool difensivo di Louis Dassilva, rappresentato dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, spera nell’udienza del Tribunale del Riesame. Proprio lunedì, qualche ora prima del conferimento di incarico della nuova perizia, si terrà infatti la revisione della misura cautelare in carcere a carico del vicino di Pierina, per il cui effetto Dassilva è in carcere dal 16 luglio.
E mentre le indagini scientifiche restituiscono risultati (come il tampone negativo nelle parti intime di Pierina), gli investigatori guardano già oltre e dispongono una nuova accurata ricerca di foto, video, navigazione internet, eventi di sistema, chat intrattenute sulle app di messaggistica e qualunque altro dato, anche nel cloud, per poi procedere al recupero delle credenziali dei dispositivi stessi. L’obiettivo della Procura è anche quello di estrapolare dagli oggetti tecnologici di Dassilva gli spostamenti dell’indagato, attraverso le apposite applicazioni ‘salute’ che ne tracciano lo spostamento e l’attività fisica. Verranno anche cercati i messaggi cancellati ma fondamentali – così come riporta l'ordinanza del giudice, Vinicio Cantarini – e che Dassilva si scambiò la sera dell'omicidio di Pierina, con la nuora Manuela Bianchi, la donna con la quale aveva una relazione.
Elementi che già avevano giocato un ruolo determinante nell’impianto accusatorio impalcato nei confronti del metalmeccanico 34enne e che ora mediante i nuovi accertamenti richiesti verranno ulteriormente verificati e cristallizzati per un eventuale successivo procedimento. Per la complessità dei quesiti avanzati, i consulenti tecnici chiederanno quindi un termine di sessanta giorni, concesso dal pubblico ministero, a partire dal giorno del conferimento dell’incarico.