Rimini, 26 giugno 2022 - "Simone ha distrutto due famiglie, la nostra e quella di Cristina". Vincenzo Vultaggio è il padre dell'uomo che ieri ha ucciso la compagna davanti agli occhi del loro figlio di pochi mesi. Ha le lacrime agli occhi, mentre i poliziotti vanno e vengono dalla casa per i rilievi (video). "Mio nipote sta bene, Simone non gli ha fatto nulla. Ma quella povera ragazza. Ha massacrato Cristina... ".
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La famiglia Vultaggio abita a Rimini da parecchi anni. Vincenzo è siciliano (di Alcamo), si è trasferito da queste parti per fare il militare, ha conosciuto sua moglie, che è riminese, e non se ne è più andato da qui. Simone è nato e cresciuto a Rimini, e lavora come operaio alla Colombini mobili a San Marino e fino a pochi anni fa abitava ancora a casa dei genitori. Poi aveva deciso di andarsene, di vivere da solo, viste le discussioni con i genitori. E’ stato un collega di lavoro, che abita nella stessa via Rastelli, a dirgli che si era liberato un appartamento in affitto vicino a casa sua.
Simone vive in Rastelli da alcuni anni, e Cristina Peroni era andata a convivere con lui dopo poco tempo che si erano conosciuti. "Purtroppo i rapporti tra loro non erano buoni, già prima della nascita del figlio. Discutevano spesso – ammette Vincenzo Vultaggio – e dopo cominciato a litigare sempre di più per il bambino. Simone a volte doveva chiedere a Cristina il permesso pure per prendere in braccio il bambino". La madre del killer, una volta, aveva parlato chiaro a Cristina. "Un giorno mia moglie – conferma lo stesso Vincenzo – disse a Cristina: torna a Roma, è meglio. Te li do io 50 euro per il treno ".
Cristina aveva deciso di lasciare Simone, per due mesi è stata a Roma con il bimbo, che lui poteva vedere soltanto nel fine settimana. Poi Simone l’aveva convinta a tornare per un po’, perché voleva stare con il figlio. Era andato a prenderla, e la ragazza era di nuovo a Rimini da meno di una decina di giorni. "Mio figlio negli ultimi tempi era nervoso, ma aveva iniziato a chiedere aiuto andando da uno psicologo". Soffriva di ansia e insonnia, e per questo un paio di mesi fa "aveva iniziato un percorso, seguito dal servizio di igiene mentale dell’Ausl di Rimini". Temeva di non vedere il bambino quanto avrebbe voluto, "e si era rivolto a un avvocato per chiedere consigli su come tutelare i suoi diritti di padre". Il piccolo, di soli cinque mesi, è stato affidato ai nonni paterni, in attesa della decisione del Tribunale dei minori.
Interrogato dal pm, il killer ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha scambiato le prime parole con il suo legale, Alessandro Buzzoni. Che dice: "Dobbiamo ancora approfondire tanti aspetti. Spero che il mio assistito si renda conto di quel che è successo, collabori con gli inquirenti e chiarisca. Per ora non c’è molto altro da dire: attendiamo l’interrogatorio di garanzia". Da ieri pomeriggio Vultaggio si trova in carcere ai ’Casetti’.