DONATELLA FILIPPI
Cronaca

Nuovo stadio di calcio. Ok dalla commissione, ora la sfida è in consiglio

Non mancano le critiche dall’opposizione, preoccupata per l’impatto sul quartiere e la lunga concessione di 90 anni. L’assessore Morolli difende il piano.

L’assessore Morolli ha dichiarato che «negli ultimi 30 anni solo 5 stadi di calcio in Italia sono stati riqualificati, tutti senza spostamenti, , mentre i tempi di tenuta dell’investimento oscillano tra i 90 e i 99 anni»

L’assessore Morolli ha dichiarato che «negli ultimi 30 anni solo 5 stadi di calcio in Italia sono stati riqualificati, tutti senza spostamenti, , mentre i tempi di tenuta dell’investimento oscillano tra i 90 e i 99 anni»

Il nuovo ’Romeo Neri’ segna un altro gol. Questa volta in commissione. Dove incassa il parere favorevole alla dichiarazione di pubblico interesse. Prima di bussare, la prossima settimana, alla porta del consiglio comunale. Tutto questo non senza qualche levata di scudi. Perché, sotto la lente dell’opposizione, nel progetto presentato ormai mesi fa da Rimini Fc e Aurora Immobiliare, ci sono i 90 anni della concessione del diritto di superficie, le tutele della sovrintendenza, viabilità e parcheggi, l’impatto sul quartiere. Perplessità, ma anche visioni diverse interne al gruppo di Fratelli d’Italia. Su una location diversa da quella di Piazzale del Popolo punta Gioenzo Renzi. Secondo il capogrupp di FdI il progetto "non rispetta le tutele della Soprintendenza sulle tribune retrostanti la facciata storica. E realizzare il nuovo stadio altrove, per esempio in via Melucci, risolverebbe il problema". Renzi, al momento del voto dice no, mentre tutta l’opposizione si astiene. Meno spigolosi il collega Carlo Rufo Spina, per il quale "siamo sulla strada giusta anche se 90 anni di concessione sono molto convenienti per il privato e penalizzano l’interesse pubblico", e Matteo Angelini della lista 3V: "Ci sono più lati positivi che negativi". L’assessore Mattia Morolli fa notare che "negli ultimi 30 anni solo 5 stadi di calcio in Italia sono stati riqualificati, tutti senza spostamenti, mentre i tempi di tenuta dell’investimento oscillano tra i 90 e i 99 anni, anche perché si devono tenere presenti i costi delle spese vive e della manutenzione. Basti pensare che nel 2019 per l’Rds stadium da 5.000 posti il Comune ne spendeva 650.000 euro all’anno". L’ipotesi trasferimento in via Melucci dello stadio di calcio, aggiunge, "verrebbe invece a costare tre volte tanto. Non svendiamo – dice – siamo in linea con gli standard europei e italiani". Poi sui parcheggi. "Sono più vicini rispetto agli altri stadi italiani e ci sono interlocuzioni per acquisire altre aree. Siamo in attesa del piano economico finanziario- conclude Morolli- è presto per dire gli effetti che avrà il progetto ma lavoriamo per individuare le vie migliori e le soluzioni più armoniche, guardando anche alle altre esperienze". La palla ora passa al consiglio comunale al quale spetta ora assegnare il parere di pubblico interesse per l’inserimento nel piano triennale e per la necessaria variante urbanistica, in attesa del progetto di fattibilità tecnico-economica definitivo. Aperta la conferenza dei servizi decisoria, entro 60 giorni sarà pubblicato il verbale ed entro 120 ci sarà l’approvazione definitiva e di conseguenza l’aggiudicazione dei lavori.

Intanto, lunedì scorso i rappresentanti del comitato dei residenti della zona stadio avevano incontrato gli assessori Roberta Frisoni e Mattia Morolli, insieme ai dirigenti comunali Fravisini e Michelacci. "Il confronto è stato sui temi generati dall’ormai incombente approvazione da parte del Comune dei mega progetti – dicono dal comitato – che stravolgeranno quest’area: stadio, nuovo Flaminio, ex questura, cittadella della sicurezza all’ex caserma. Abbiamo fatto presente i pericoli che ogni giorno mettono a dura prova la sicurezza di pedoni e ciclisti, derivanti dall’apertura della rotonda ex Bigno e ci è stato promesso un sopralluogo con i tecnici comunali per possibili interventi. Nulla invece, dal Comune, se non alcune vaghe promesse, sulla futura qualità e vivibilità dell’ambiente".