Nuovo ‘salotto’, i dubbi del consorzio: "Progetto anonimo e non adeguato"

Il restyling voluto dall’amministrazione piace poco agli operatori: "Non identifica Riccione, è mancato coraggio"

Nuovo ‘salotto’, i dubbi del consorzio: "Progetto anonimo e non adeguato"

Nuovo ‘salotto’, i dubbi del consorzio: "Progetto anonimo e non adeguato"

"Il progetto per riqualificare viale Ceccarini è da rivedere, perché è troppo anonimo, non rappresenta Riccione. Manca di coraggio, deve osare di più. Dev’essere identificativo del luogo e volare più in alto per strappare un’esclamazione di meraviglia a chi lo vede". È la sintesi di quanto è emerso ieri durante l’assemblea aperta che il Consorzio d’area di viale Ceccarini ha tenuto al We-Me Suite Hotel, presenti una cinquantina di operatori, a partire dai commercianti e dagli albergatori, compreso il neo presidente Claudio Montanari, e i rappresentanti delle associazioni di categoria. I punti evidenziati oggi saranno presentati ai tecnici che gli operatori incontreranno oggi pomeriggio, poi verranno trasformati in osservazioni e inviati via Pec entro il 2 luglio in municipio. Ieri intanto, durante l’incontro i partecipanti si sono collegati con l’architetto Aldo Cingolani, amministratore di Bertone Design con studio a Milano, per avere alcuni suggerimenti sul da farsi. "Ci ha dato delle suggestioni, che in qualche modo ci aveva anticipato – conferma Maurizio Metto, presidente del consorzio d’area –. Tra le varie cose ha evidenziato che sul viale occorre predisporre un impianto e spazi adeguati per gli eventi, perché dev’essere un palcoscenico. Abbiamo poi evidenziato una serie di criticità del progetto che riporteremo ai progettisti, per esempio vanno interrotti i flussi di gente nella corsia centrale in modo tale che le persone possano passare vicino ai negozi, agevolando i percorsi accanto alle vetrine. Il verde del Bosco filare va progettato pensando a questo".

Quindi incalza: "Il progetto è stato ritenuto non adeguato a Riccione, è anonimo, non rappresenta la nostra città. Lo potremmo vedere anche in altri comuni limitrofi. Ci vuole più effetto wow, qualcosa che identifichi il viale, nel senso che scattando una foto si deve capire subito che si è Riccione. Serve qualcosa di innovativo. Le soluzioni proposte oggi si vedono in tante altre località". Ai presenti Cingolani ha proposto anche di coinvolgere delle aziende produttrici di piastrelle e altri elementi d’arredo che siano davvero unici e che si possano commercializzare con il nome della città. Cosa che in parte è stata fatta dai progettisti con i ‘pali Riccione’ che oltre a far luce con l’effetto della nebulizzazione creano pannelli di vapore sui quali proiettare immagini. Cosa suggerita dallo stesso Cingolani e che però in alcuni ha fatto insorgere dubbi sulla manutenzione. "Il rischio che vedono molti è di sbagliare un progetto che resterà per altri trent’anni", sottolinea Metto. Altra cosa: "Il braccio polifunzionale non interessa a nessuno, è ritenuta cosa superata, non identifica la città. Anche la torre è fine a se stessa, una suggestione, a che serve, a vedere lo sporco sulle tettoie?". A fine incontro è stata sottolineata la necessità del regolamento del commercio, ritenuto "urgente per evitare l’arrivo di altri bazar".

Nives Concolino