"I segnali di un cambiamento nel contesto naturale ci sono tutti. E ciò pone un problema strutturale". Per il sindaco Jamil Sadegholvaad, se cambia il contesto naturale "devono essere rimodellate le città, sia nel rapporto con la rete fluviale circostante sia in relazione con il reticolo idrico fognario urbano. E rimodellare città e interi territori non è roba da un giorno e da un euro".
Per il primo cittadino bisogna guardare al futuro e lavorare ogni giorno per modificare le città, anche laddove non si vede, le fogne ad esempio. "Secondo i dati Arpae nell’arco di appena 48 ore sono caduti in Romagna 350 millimetri di pioggia. A Rimini, in 24 ore, nello specifico è caduta più del triplo della quantità d’acqua che cade di media nel mese di settembre. Numeri alla mano nell’arco di 16 mesi si sono avuti due eventi calamitosi eccezionali". Il territorio, salvo i problemi che emergeranno in collina e problemi avuti in città e nella zona mare, ha evitato le conseguenze peggiori che purtroppo si vedono in altre zone della Romagna. Ma per Sadegholvaad questo è merito del lavoro fatto. "Mi chiedo cosa sarebbe potuto accadere se non avessimo avuto le nuove condotte idriche del PSBO; se non avessimo realizzato in anni recenti interventi di ‘taglio’ del flusso delle acque in centro storico; se negli anni 70 gli allora sindaci Pagliarani e Zaffagnini non avessero realizzato il deviatore sull’Ausa; se quasi un secolo fa non si fosse realizzata la ‘divisione’ del fiume Marecchia chiamata deviatore. Parte della città si sarebbe allagata ogni volta che eventi piovosi intensi avessero gonfiato il Marecchia o l’Ausa, vale a dire almeno 5 volte dall’anno 2000 in poi". Dunque: "E’ di questo che dovrebbe parlare oggi la politica. Senza raccontare bugie di interventi strutturali che si possono fare in poche settimane o in pochi anni".