Quando il suo dipendente si è permesso di chiedergli spiegazioni circa il fatto che in busta paga non fossero state conteggiate le maggiorazioni per aver lavorato un giorno festivo, lui – un 60enne riminese, titolare di una ditta di autotrasporti di Santarcangelo – avrebbe dato in escandescenze. "Licenziati se non ti va bene! Non ti voglio più vedere, devi stare a casa. Io ti spezzo le ossa, vedrai che dopo ti licenzi". L’uomo – stando alla denuncia della vittima – si sarebbe addirittura scagliato contro l’operaio, brandendo un palo di ferro. In compenso, sempre stando alle accuse, avrebbe però azionato l’idropulitrice, usandola per bagnarlo completamente da capo a piedi. È una delle denunce – sei in totale, presentate da altrettanti dipendenti inclusa una donna – confluite nell’impianto accusatorio a carico dell’imprenditore 60enne. Difeso dall’avvocato Piero Venturi, nei suoi confronti sono stati ipotizzati vari reati, tra cui quelli di atti persecutori, danneggiamento, percosse, lesioni. "Il mio assistito – spiega l’avvocato Venturi – respinge categoricamente le accuse a suo carico e si dichiara totalmente estraneo ai fatti. Sostiene che le denunce presentate contro di lui sono un’invenzione e il frutto di una macchinazione messa in atto da un piccolissimo gruppo di dipendenti che nutrivano motivi di rivalsa nei confronti del titolare".
Secondo la ricostruzione compiuta dai carabinieri, l’indagato, titolare dell’azienda, avrebbe insultato, minacciato e persino aggredito fisicamente i suoi lavoratori, creando un ambiente lavorativo segnato da comportamenti vessatori. Tra i molti presunti episodi raccontati dalle vittime spiccano atti di violenza che (qualora dovessero essere confermati) avrebbero davvero dell’incredibile: uno dei dipendenti sarebbe stato colpito con un getto d’acqua gelida proveniente da un idrante dopo che l’imprenditore aveva tentato, senza successo, di colpirlo con una mazza di ferro. Un altro lavoratore avrebbe subito la distruzione del proprio scooter, ridotto in pezzi con una mazza da baseball, mentre un terzo dipendente, di origine straniera, sarebbe stato apostrofato con l’epiteto di "ladro" e accusato di aver sottratto 50mila euro di merce. I dipendenti, esasperati dalle continue minacce di licenziamento e dagli abusi psicologici e fisici, hanno deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine per denunciare la situazione.
Le indagini, condotte dai carabinieri di Santarcangelo e coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani, hanno portato alla notifica all’imprenditore di varie accuse. La maggior parte dei reati contestati risale allo scorso anno. Le vittime, rappresentate dall’avvocato Maurizio Ghinelli, hanno descritto agli investigatori una serie di soprusi che mettono in luce una condotta sistematica di abuso di potere e violenza da parte del datore di lavoro. L’indagato, difeso dall’avvocato Piero Venturi, respinge le accuse ed è pronto a chiarire la sua posizione.