MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Nicky Hayden, la famiglia chiede 15 milioni di risarcimento

Il dramma 4 anni fa in Romagna: il campione delle moto fu travolto in bici. Braccio di ferro legale con il giovane che guidava l’auto

Nicholas Patrick Hayden, detto Nicky, è morto a 35 anni il 22 maggio del 2017

Nicholas Patrick Hayden, detto Nicky, è morto a 35 anni il 22 maggio del 2017

Misano (Rimini), 22 maggio 2021 - Quattro anni senza Nicky Hayden. Quattro anni dal quel tragico pomeriggio lungo le strade dell’amata Riviera romagnola, dove Kentucky Kid aveva tanti amici e ritornava spesso. Era il 17 maggio del 2017, in pochi secondi la vita dell’ex campione del Motomondiale si è spezzata per sempre. Lui, che ha sfidato tante volte la morte sui circuiti, l’ha trovata in sella alla sua bicicletta da corsa a Misano, vicino all’autodromo Simoncelli. Arrivato all’incrocio con la Riccione-Tavoleto Nicky (che portava le cuffiette per ascoltare la musica) non si è fermato allo stop ed è stato travolto dalla macchina che sopraggiungeva in quel momento, guidata da un giovane di Morciano.  

Una tragedia . Una vita spezzata e l’altra rovinata. Quella della pilota statunitense, spirato cinque giorni dopo, il 22 maggio, all’ospedale di Cesena. E quella del ragazzo alla guida della macchina che ha investito Hayden. "Da allora non si è più ripreso dallo shock, ha smesso di lavorare e soffre di depressione", raccontano i suoi avvocati, Pierluigi Autunno e Francesco Pisciotti. Nell’ottobre 2018 il ragazzo, oggi 34enne, è stato condannato a un anno per omicidio stradale dal Tribunale di Rimini. E quel giorno in aula il pm, Paolo Gengarelli, ammise che "in questa processo ci sono due vittime".

La battaglia delle perizie ha stabilito che il giovane morcianese alla guida della macchina aveva superato effettivamente i limiti consentiti in quel tratto di strada: faceva i 72,8 km orari quando il limite era dei 50. Ma secondo la perizia disposta dai suoi avvocati, se anche avesse rispettato il limite dei 50 km orari l’impatto con Nicky, che non si è fermato allo stop, "era inevitabile". Gli avvocati hanno fatto il ricorso alla Corte d’Appello e attendono ancora la fissazione dell’udienza. Nel frattempo è iniziata la causa civile, promossa dai familiari di Nicky, dalla sua fidanzata e dalla società che gestiva gli interessi del pilota.  

Il processo si è aperto qualche mese fa al Tribunale di Milano, e la domanda di risarcimento presentata dagli avvocati dell’assicurazione di Hayden ora è salita fino a 15 milioni di euro, rispetto ai 6 inizialmente richiesti (il massimale previsto dai contratti assicurativi). Una somma ingente, che comprende anche la spesa per realizzare un monumento a Nicky negli Stati Uniti.

Tutti i familiari di Hayden e la sua fidanzata si sono costituiti parte civile, così come la società che seguiva il pilota. Un risarcimento da capogiro, a cui i legali dell’assicurazione del morcianese si oppongono. L’inizio del processo civile a Milano e l’esorbitante conto presentato dai familiari di Hayden sono stati, per il giovane investitore, l’ennesima mazzata.  

"A quattro anni di distanza – rivela uno dei suoi avvocati, Autunno – il ragazzo soffre come in quel maledetto giorno di maggio, quando è avvenuto l’incidente. Ogni volta che legge di Hayden, per lui è una stretta al cuore". Sente su di sé tutto il peso della morte del pilota, anche "se non poteva far nulla per evitarlo".

Nicky era un ragazzo come lui, aveva solo qualche anno in più. Al dolore per la sua morte si è aggiunta quello per l’onda mediatica che ha accompagnato i giorni del processo a Rimini. Un’onda che ha letteralmente travolto il 34enne morcianese. Dopo l’incidente, ha smesso di lavorare, è andato in cura dallo psicologo "e non è riuscito più a condurre un’esistenza normale. E’ ancora distrutto per la morte di Nicky e per tutte le conseguenze".  

I giudici di Rimini, nell’emettere la sentenza di condanna, hanno riconosciuto al ragazzo tante attenuanti. Anche se il pm, in base alla perizia disposta, ha concluso che l’impatto non sarebbe avvenuto se il ragazzo avesse rispettato i limiti di velocità. Di tutt’altro avviso la conclusione della perizia commissionata dagli avvocati del giovane: non sarebbe riuscito in ogni caso a evitare l’incidente. Gli avvocati sono fiduciosi di ridurre la pena in Appello.

Resta aperta la partita del risarcimento, giocata dai legali delle assicurazioni di Hayden e del ragazzo. E comunque vada a finire, "la sua vita – dicono gli avvocati – rimarrà segnata per sempre da questa tragedia".