REDAZIONE RIMINI

Nell’inferno di Los Angeles. L’imprenditore Ferri: "La mia villa è bruciata. Ho perso ogni cosa"

Il drammatico racconto del titolare del Transilvania di Misano e di altri locali

Il drammatico racconto del titolare del Transilvania di Misano e di altri locali

Il drammatico racconto del titolare del Transilvania di Misano e di altri locali

di Nicoletta Tempera

"Ci hanno avvertito un’ora prima del disastro. Non c’è stato tempo di fare niente, di portare via niente. Solo scappare". Umberto Ferri è l’imprenditore di origini bolognesi che, negli anni ’90, ha dato vita a Misano al Transilvania e poi ha aperto altri famosi locali a tema horror, in tutta Italia e non solo. A Bologna, fino al 2009, ha avuto sede in via Zamboni. Pochi mesi fa ha aperto a Misano il Transilvania Horror Kafè. Nei primi anni 2000, su consiglio di amici musicisti, Ferri ha deciso di trasferirsi a Los Angeles. Da 20 anni vive in una villetta nel quartiere di Pacific Palisades, vicino a Malibù. Adesso della sua casa sono rimaste solo le fondamenta. "Eravamo tranquilli fino a qualche giorno fa, poi è cambiato il vento", ci racconta, mentre cerca di raggiungere quel che resta della sua casa. A Los Angeles, all’ora della nostra telefonata, sono le 8 del mattino.

"Adesso la Guardia nazionale è dappertutto. In ritardo", continua. Ed è praticamente impossibile arrivare a Pacific Palisades: "Ci sono posti di blocco ovunque. Un vicino ieri è riuscito a raggiungere la sua casa a piedi e fare un video della zona. Si vede anche casa mia. Si riesce a individuare perché c’è lo scheletro di un pick-up con dei fusti di birra sopra. Era il mio". La sua villetta, listelli di legno bianco e una vista mozzafiato sull’oceano, non esiste più. "Era un quartiere meraviglioso, un paradiso – racconta l’imprenditore –: ero l’unico italiano, si stava benissimo".

Quando è scattato l’allarme Ferri era in casa: "Ha iniziato a suonare tutto. E in un’ora è stato il finimondo. Il vento soffiava a 100 chilometri orari. In un attimo, i ricordi di una vita sono andati bruciati". Le fotografie dei genitori, i ricordi della Bologna anni ’60: "Avrei voluto tramandarli alle mie figlie, che vivono qui, per far scoprire loro le nostre radici. E invece non c’è più nulla". L’unica buona notizia, in mezzo al disastro, è relativa ai suoi lagotti: "Di solito tengo i cani a casa mia, ma in questi giorni erano dalla mia ex. E per fortuna: si sono salvati e non hanno avuto paura". Anche Ferri, in questi giorni, è temporaneamente a casa della donna. "Ho ricevuto tante proposte di aiuto, ho molti amici qui. Ho un ristorante italiano che è molto frequentato, perché facciamo cucina italiana vera. Tra poco ho anche appuntamento in Consolato. C’è tanta solidarietà", dice ancora Ferri. Che è pronto a ripartire, come ha sempre fatto, dalle sue forze. "Pensare che stavo lavorando per tornare in Italia: ho aperto a Pian del Voglio un hotel Transilvania, ero pronto a riavvicinarmi. Adesso dovrò investire tutte le mie forze qui". Dove al dolore di aver perso tutto, si aggiunge l’amarezza per lo sciacallaggio: "Qui è pieno di gente che fruga tra le macerie delle case in cerca di qualcosa di valore da rubare e ci sono senzatetto che occupano le abitazioni evacuate". Intanto, il fuoco continua ad avanzare: "Nella zona dove abito i roghi sono quasi spenti, nella parte nord della città è ancora un inferno. Dall’altra parte di Los Angeles, invece, sembra che non sia successo nulla".