REDAZIONE RIMINI

Morto in autostrada, l’appello del figlio: "Cerchiamo testimoni"

Michele Bertozzi: "Mio padre Paolo travolto dopo lo schianto". La dinamica dell’incidente ancora al vaglio della polizia di Stato.

Lo schianto in A14 in cui ha perso la vita Paolo Bertozzi, consulente aziendale

Rimini, 13 febbraio 2024 – "Se qualcuno fosse passato in quel tratto di autostrada la sera dell’incidente e avesse informazioni da condividere, lo prego di farsi avanti e di segnalare il tutto alle autorità. Qualsiasi dettaglio può essere determinante per aiutare gli inquirenti a capire cosa è successo a mio padre".

L’appello arriva da Michele Bertozzi, figlio di Paolo, il 60enne consulente aziendale, deceduto il 2 febbraio scorso nella tremenda carambola avvenuta lungo la carreggiata sud della A14, all’altezza della frazione di Santamonica a Misano.

Nella dinamica dell’incidente, ci sono alcuni nodi ancora da sciogliere e domande che attendono una risposta: è anche per questo motivo che i familiari della vittima hanno deciso di rivolgersi e di farsi rappresentare dall’avvocato Stefano Caroli del foro di Rimini. Per sapere la verità sarà necessario attendere gli esiti dei rilievi svolti dagli agenti della sottosezione autostradale della PolStrada di Forlì, accorsi sul posto per i rilievi insieme ad una squadra dei vigili del fuoco e al personale del 118.

La Procura di Rimini ha aperto un fascicolo e disposto l’autopsia sul corpo del 60enne, affidata al medico legale Donatella Fedeli, affiancata dal consulente tecnico dei familiari, Pier Paolo Balli. Nella relazione redatta da quest’ultimo, si evidenziano "gravissime lesioni traumatiche del capo, del collo e del torace" compatibili con "arruotamento e schiacciamento (riferibili quindi alle ultime fasi dell’investimento di un pedone da parte di un’auto".

"Quella sera mio padre era alla guida del suo Land Rover e si stava dirigendo verso Cattolica - spiega il figlio Michele -. Per qualche motivo, a un certo punto, ha perso il controllo della vettura, ha compiuto una sbandata sulla sinistra ed è andato ad impattare contro il new jersey. La macchina è così rimasta ferma sulla terza corsia. L’impatto non dev’essere stato particolarmente violento, visto che mio padre, subito dopo l’incidente, non ha perso i sensi ed è comunque riuscito ad effettuare delle chiamate". Dopo di che, però, "non sappiamo dire con precisione cosa sia successo".

L’ipotesi più probabile – ma che è ancora oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti – è che Paolo sia sceso dalla macchina, venendo investito da uno o più degli altri quattro veicoli (tre auto e un furgone) coinvolti nella dinamica. Quale fosse o quali fossero i veicoli in questione, e a quale velocità effettivamente stessero viaggiando: questi i punti interrogativi a cui le indagini coordinate dal pubblico ministero Davide Ercolani dovranno dare una risposta. "È vero, a quell’ora era già buio e forse la visibilità limitata, ma non riusciamo a comprendere per quale motivo gli altri conducenti transitati in quel punto non abbiamo notato il Land Rover fermo in terza corsia – conclude il figlio di Bertozzi –. Confidiamo nel lavoro degli inquirenti e ci auguriamo che possa essere fatta chiarezza sull’incidente costato la vita a mio padre".

Il personale sanitario accorso sul posto nel giro di pochissimi minuti aveva cercato in tutti i modi di rianimare il 60enne, ma alla fine non è stato possibile far altro che constatare il decesso. Bertozzi, per anni residente a Riccione, da una decina di anni era tornato a vivere nella sua città natale, Rimini.