MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Il caso Pantani non è chiuso, un elenco di nuovi testimoni: "Qualcuno era lì mentre lui moriva"

La madre di Marco: "Nella lista ci sono persone che mi hanno detto di sapere la verità"

Rimini, 22 ottobre 2023 – Una ventina di persone interrogate. Una montagna di accertamenti. Eppure anche questa terza inchiesta sulla morte di Marco Pantani sembrava destinata a concludersi come quelle precedenti. Ma Tonina Belletti, madre del Pirata, spera che "possa arrivare finalmente una svolta nelle indagini", dopo i nuovi elementi che ha fornito alla Procura di Rimini.

Marco Pantani insieme alla mamma Tonina, che ha sempre combattuto perché fosse fatta luce sulla sua morte
Marco Pantani insieme alla mamma Tonina, che ha sempre combattuto perché fosse fatta luce sulla sua morte

Tra agosto e settembre mamma Tonina, attraverso i suoi avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi, ha depositato una lista con altri nomi di persone "informate sui fatti". Alcune di loro finora non erano mai state sentite dagli inquirenti che indagano sulla tragedia del Pirata, scomparso la mattina del 14 febbraio 2004 in una stanza dell’hotel Le Rose di Rimini.

"Si tratta di persone – racconta Tonina – che mi hanno detto di sapere chi era con Marco la mattina in cui è morto". Il decesso del campione di Cesenatico, stando alle varie perizie, è avvenuto tra le 11,15 e le 12,45 di quella mattina. La morte è stata provocata da un mix di farmaci antidepressivi e cocaina, come accertato fin dalla prima indagine e poi confermato anche dalla seconda.

Il caso Pantani è stato riaperto dalla Procura di Rimini con una terza inchiesta, dopo l’indagine avviata dalla commissione anti-mafia nel 2019. Negli ultimi due anni Tonina (che è stata più volte sentita in Procura), e i suoi avvocati hanno consegnato agli inquirenti alcune memorie, facendo i nomi di vari testimoni e fornendo i elementi utili alle indagini. Ma anche questa terza inchiesta sulla morte di Pantani pareva ormai arrivata alla conclusioni e destinata all’archiviazione.

Neanche le rivelazioni di Mario, il tassista di Cesenatico che aveva detto di aver portato due ragazze da Pantani all’hotel Le Rose il giorno in cui è morto, avevano trovato riscontri. Una di loro (l’altra è morta alcuni anni fa) ha smentito il tassista, dicendo di non aver mai avuto rapporti col campione di Cesenatico.

Adesso Tonina spera che arrivi la svolta, dopo aver fornito i nomi di "altre persone informate sui fatti". Persone che "hanno riferito di sapere chi era con Marco la mattina in cui è morto". Le loro versioni sono al vaglio degli inquirenti. Ci sono stati altri interrogatori, il riserbo è massimo.

La tesi sostenuta dalla famiglia del Pirata è che ci fosse qualcun altro con lui, la mattina del 14 febbraio, nella stanza 5D dell’hotel Le Rose. E il sospetto della famiglia è che chi era con lui non abbia fatto nulla per soccorrere Marco, quando ha preso la cocaina e i farmaci antidepressivi e poi si è sentito male.

Farmaci che, stando alle prescrizioni del medico, il Pirata non poteva assumere da solo, ma in presenza di altre persone, per evitare che ne prendesse dosi massicce. Per ora non ci sono persone sul registro degli indagati: il fascicolo aperto dalla Procura di Rimini è contro ignoti. "Sono 20 anni che attendo di sapere cos’è successo quel giorno. Mi auguro che questa indagine faccia chiarezza", conclude la madre del Pirata. Che in questi anni ha speso 1,2 milioni in avvocati "per cercare la verità".