Rimini, 7 febbraio 2024 – La nuova indagine sulla morte di Marco Pantani è finita, e il caso si avvia verso l'archiviazione. Perché la conclusione a cui è giunta la Procura di Rimini, al termine della terza inchiesta sulla tragica fine del Pirata, è la stessa a cui erano arrivate le precedenti. Pantani, scomparso il 14 febbraio 2004 in una stanza dell'hotel Le Rose di Rimini, non è stato ucciso.
Il campione di Cesenatico è morto per il mix di farmaci antidepressivi e cocaina che ha assunto volontariamente. La nuova inchiesta, la terza sulla tragedia del Pirata, coordinata dal procuratore capo Elisabetta Melotti e dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, era stata avviata in seguito all’indagine della commissione antimafia partita nel 2019. Ed è approdata alla stesso finale delle precedenti. Nel corso di questa nuova indagine sono state sentite una ventina di persone, molte delle quali mai ascoltate prima dalla Procura di Rimini nelle precedenti inchieste.
A fornire i loro nomi è stata Tonina Belletti, la madre del Pirata, che non si è mai arresa all’idea che il figlio fosse da solo quando era morto. Mamma Tonina, attraverso i suoi avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi, è stata sentita più volte dagli inquirenti e ha consegnato varie memorie, indicando nuovi testimoni ed elementi utili alle indagini. Ma nessuno di loro, alla fine, ha confermato i sospetti.
L'inchiesta è terminata e probabilmente la Procura chiederà l'archiviazione. Come nel 2016 quando, dopo due anni di indagini, la seconda indagine sulla morte di Pantani dopo due anni di accertamenti. All'epoca si indagò per l'ipotesi di omicidio. Ipotesi bollata dal gip Vinicio Cantarini come una mera congettura fantasiosa, che archiviò tutto. Anche stavolta si è indagato per omicidio volontario, ma si è arrivati alle stesse conclusioni: non ci sono elementi né persone sospettate per sostenere quelle tesi. "Se e quando arriverà una richiesta di archiviazione – dice l’avvocato Fiorenzo Alessi – valuteremo le motivazioni e decideremo se varrà la pena fare opposizione. Da quanto sappiamo, in questi anni la Procura ha indagato a fondo seguendo anche i nuovi indizi e le nuove tracce che abbiamo fornito per conto della famiglia Pantani”.