ANDREA OLIVA
Cronaca

"Molti fanno i selfie in bagno ma poi vengono scoperti"

Gli studenti fino alla terza media rispettano il divieto di utilizzare il cellulare a scuola, con rare violazioni. I dirigenti scolastici sono soddisfatti delle misure adottate per promuovere un uso responsabile del dispositivo

Nicola Tontini, dirigente del primo circolo didattico a Riccione e presidente dell’associazione provinciale dei dirigenti scolastici

Nicola Tontini, dirigente del primo circolo didattico a Riccione e presidente dell’associazione provinciale dei dirigenti scolastici

Rimini, 6 ottobre 2024 – "Gli studenti, fino alla terza media, hanno ormai capito che a scuola il cellulare non si usa. Le violazioni sono davvero rare". I dirigenti scolastici si dicono soddisfatti. "Da anni abbiamo i regolamenti e facciamo informazione e prevenzione per preparare ragazzi e ragazze ad un uso responsabile dello strumento e ai suoi rischi", precisa Lorella Camporesi, dirigente delle medie Bertola a Rimini. "Sono diversi anni che è in vigore un regolamento, di volta in volta aggiornato, per fare fronte all’abuso dello smartphone. Ogni tanto capita che ci siano studenti che lo nascondono e si fanno un selfie in bagno, ma vengono scoperti". Ed è nel momento in cui viene scoperta l’infrazione che scatta la sanzione che nei casi più gravi può avere conseguenze sul piano scolastico. Se invece la violazione è di poco conto, dal selfie rubato al cellulare che suona in classe, "ci limitiamo a prelevare il cellulare, portarlo in segreteria e chiamare i genitori per il recupero". Alle Bertola, tuttavia, la circolare del ministero non viene seguita alla lettera. "Se si tratta di attività didattica noi ne consentiamo l’uso, ovviamente gli studenti sono seguiti dia docenti per progetti definiti". Mettiamo che si faccia un lavoro di scienze sugli alberi e le foglie, "se il progetto prevede di fotografare le foglie in giardino, allora viene consentito l’uso dello smartphone". Le Bertola non sono l’unico plesso che non applica a menadito la circolare del ministro Valditara. "Anche il ministero sa che ci sono progetti didattici in itinere per i quali viene consentito l’uso del cellulare" ribatte Nicola Tontini (Nella foto) dirigente del primo circolo didattico a Riccione e presidente dell’associazione provinciale dei dirigenti scolastici. Al primo circolo di Riccione, come alle Bertola, non è previsto il deposito del cellulare una volta entrati in classe. Agli studenti viene chiesto di tenerlo spento o di lasciarlo a casa. "In linea di massima le trasgressione dei ragazzi e delle ragazze sono davvero poche, ma noi possiamo attuare il controllo a scuola, mentre fuori no, ed è spesso al di fuori degli istituti che nascono i problemi. Situazioni che ricadono a volte sulla classe con ripercussioni sugli stessi ragazzi. In questi casi, nonostante si tratti di attività al di fuori della scuola, le conseguenze possono essere anche sulla classe e si può arrivare a sanzioni disciplinari. D’altronde facciamo tanto per avvertire gli studenti dai pericoli del ciberbullismo". Se in passato si verificavano rimostranze da parte dei genitori davanti ai telefonini ‘sequestrati’ a scuola, "oggi anche mamme e papà sono più consapevoli del divieto tra i banchi".