Mingardi, la mia Riccione : "Ma quella musica non è finita"

"Ricordo le gare in bicicletta tra Celentano e Buscaglione. Qui la mondanità era una festa popolare"

La festa degli 84 anni Andrea Mingardi l’ha voluta a Riccione, e naturalmente sul palco con i Supercircus ripercorrendo la sua storia, tra ricordi e racconti.

Mingardi, perché festeggiare a Riccione?

"Amo Riccione quasi come Bologna, ed è bello essere qui".

Si ricorda ancora la prima volta?

"Certo che me la ricordo. Era il 1960 e con la mia band ci siamo esibiti al Carillon, un locale affacciato su viale Ceccarni. Abbiamo fatto rock and roll. Gran serata, ma il locale non ebbe tanta fortuna, dopo pochi anni ne fecero una banca".

Che estati erano?

"Erano estati incredibili. La mondanità che in seguito venne tanto criticata, qui a Riccione era una festa popolare. Ho visto corse di bici in cui gareggiavano Celentano e Buscaglione a cui assistevano migliaia di persone. C’era movimento in tutti i locali, ed erano tanti. Bastava mettersi davanti al Dancing Savioli per vedere uscire Mastroianni o Sofia Loren".

Cosa è rimasto di quegli anni?

"Temo poco o nulla. Ricordo che dopo le serate in cui suonavamo fino alle 4 o le 5, già albeggiava, scendevamo nel viale ed era ancora pieno di gente, di giovani. Parcheggiavo in quarta fila e ordinavo una banana split che mi servivano direttamente in auto. E’ quasi superfluo dire che era bella gente. Erano giovani che in quegli anni Sessanta si divertivano e vivevano. Era un movimento che poi esplose negli anni ’70. Furono anni meravigliosi con la musica più bella. Una musica che ripercorro con i Supercircus".

Qual è il suo brano preferito?

"Ce ne sono almeno 2.800. In quel periodo storico sono cresciuti grandissimi artisti, i talenti più grandi che ci hanno regalato un repertorio di infinita bellezza. Dai Genesis agli Yes, i cantautori italiani e quelli francesi il blues, James Brown e tantissimi, tantissimi altri, incredibile".

Oggi che periodo è per la musica?

"Quello fu un periodo d’oro, il futuro che ci è arrivato è invece scarsino. Un tempo i dj erano dei parvenue, che facevamo qualche brano prima o dopo l’esibizione del musicista. Con il tempo i dj hanno portato al disastro influendo negativamente sulla cultura giovanile".

Giudizio tranchant.

"Oggi si produce guardando alle visualizzazioni. Metti una base, due parole e via. Ma così facendo la vedi la gente, orfana di quello che è stato sostituito dal nulla. Un tempo i dancing erano pieni di persone che ballavano con il repertorio della musica di tutto il mondo".

E si balla ancora con i grandi successi del passato.

"L’ultima volta che sono venuto a Riccione c’erano persone che ballavano in spiaggia, ma attenzione, non è nostalgia".

Cos’è?

"E’ la storia, è la musica, sono i grandi del passato che hanno fatto brani incredibili, è voglia di divertirsi, di ascoltare".

Lei è sempre lì sul palco, a cantare e suonare.

"Ho 84 anni e suono. Mi sento un fortunato".

Ci sono dei luoghi a Riccione a cui è particolarmente legato?

"Le dico questo. Ho realizzato il film ‘Bologna I love you’ per raccontare la mia città dove ogni angolo rappresenta un ricordo, un amico, un amore, un momento. Il 13 di agosto verrà proiettato a Bologna e il 23 agosto verrà presentato a Riccione. Questo perché Riccione è la mia seconda casa. Sono tanti i luoghi in cui mi ritrovo, i locali e i ristoranti in cui sono stato, le spiagge dove ho preso il sole. E tanti sono gli amici con cui ho vissuto momenti indimenticabili".

Andrea Oliva