Rimini, 24 gennaio 2022 - E’ il 3 gennaio 2021 quando il dottor Valerio Nori, un medico di famiglia riminese che allora aveva 59 anni, prende lo smartphone e invia un messaggio alla moglie. "Le ho scritto che mi stavano portando a fare la Tac e che forse non ci saremmo rivisti mai più. I miei polmoni erano completamente intaccati dal Covid, la situazione era molto grave". Passano pochi minuti un medico dice ‘non c’è più tempo’ poi Nori perde conoscenza. Ci sono voluti oltre due mesi in ospedale prima di svegliarsi dall’incubo, e altrettanti di riabilitazione in una struttura. Oggi affronta giorno per giorno l’eredità che il virus gli ha lasciato. "Con gli scarponcini che mi hanno preparato e il carrellino raggiungo un massimo di 90 metri". Il Covid lo aveva contratto il giorno di Natale durante un pranzo con i parenti. I sintomi sono emersi nei giorni successivi, mentre settanta medici riminesi ricevevano la prima dose di vaccino nell’hub inaugurato in Fiera.
Long covid, lo studio: "Per mesi stanchezza e difficoltà respiratoria" - "I miei figli hanno fatto già tre quarantene. Sotto i sei anni i tamponi non hanno senso" - Covid oggi Emilia Romagna: chi non si vaccina rischia 36 volte in più
"Chiedono falsi tamponi positivi per avere il Green pass" - Covid in Emilia Romagna: il bollettino del 24 gennaio - Novavax in Italia a febbraio: come funziona e quello che c'è da sapere - Covid a scuola e quarantena, la giungla delle regole nelle Marche. Domande e risposte Dottor Nori, ricorda quella giornata? "Volevo andare in Croazia ed invece ci ritrovammo a pranzo dai genitori di mia moglie. Un piatto di cappelletti e un sonnellino sul divano, in mascherina. A tavola tutti distanziati, eravamo in sei. Avevo fatto tutto il possibile, ma due giorni dopo avevamo tutti la febbre: era il Covid. Io avevo il saturimetro, e il 2 gennaio vedo che il valore scende bruscamente. Chiamo l’ambulanza salgo sulle mie gambe e andiamo in ospedale. Mi fanno una radiografia e il tecnico mi dice ’è brutta’. Mi mettono il casco e io mi convinco che se ci stanno gli astronauti ci posso stare anch’io, ma la saturazione continua a fare schifo. Il giorno dopo il ricovero altra radiografia. I polmoni erano intaccati dal virus per 18/18".
Tampone fai da te per la quarantena, Bonaccini: "Estenderlo a tutta Italia" Dopo quel messaggio perse conoscenza. Cosa ricorda della degenza in ospedale? "Un’odissea durante la quale c’erano momenti di semicoscienza, quando i farmaci diminuivano l’effetto. Tutto era trasformato in sogno. A volte sognavo di essere in un centro estetico e mi facevano lavori sulle braccia, probabilmente mi stavano mettendo degli aghi". Per quanto tempo è andato avanti così? "Circa due mesi. Sono stato sottoposto anche a Ecmo, la macchina per la circolazione extracorporea che respira per te, donata dalla Banca Valconca. Che ringrazio, senza sarei morto. Delle persone sottoposte a Ecmo, il 50% non ce la fa".
Covid, insegnante si ammala due volte: "Il virus? Non mi ha lasciata per oltre 2 mesi" Poi si è risvegliato. "Non è stato semplice, non mi svegliavo. E’ stata una fase lunga durata venti giorni. Poi ho ripreso lucidità. Mi sentivo sereno, ma ero paralizzato". Come è stato tornare a vivere? "Non muovevo nulla. Alla Solet et Salus mi hanno detto che non sarei riuscito a far più nulla. Io invece mi sono rifatto, soprattutto a casa, mi sono molto autocurato. Ho visto la sanità da dentro, da paziente, ed è tosta. Se non puoi muoverti sei in balia di chi ti cura e ti può andare bene o andare male. Ho scoperto un mondo nuovo". Pensava di avere tutta quella grinta? "No, ma il fatto di essere sopravvissuto me l’ha tirata fuori. Avevano già mandato uno psicologo da mia moglie per aiutarla nella fase del decesso". Ricorda il ritorno a casa? "Devi tornare a fare le cose più normali, sembrano sciocchezze, ma non è così. Tra il personale sanitario incontrato, c’era un professionista valido, ma era No vax, e per le norme entrate in vigore l’ho perso". Gli ha detto qualcosa? "Perché non ti vaccini? Pensavo di aiutarlo come lui faceva con me, ma se l’è presa molto. Non l’ho più visto". Cosa pensa dei No vax? "C’è un sistema molto organizzato che convince le persone con tecniche collaudate di marketing. Teste poco potenti ce ne sono, e si convincono, ma gli effetti di tutto questo sono le morti. Qualcuno intelligente che tira le fila deve esserci, andrebbe cercato".
No vax morta di Covid: cercava le cure sul web Cosa vorrebbe fare in questa seconda vita? "Avrei sempre voluto insegnare medicina, mi sarebbe piaciuto, ma non si può così faccio i tutorial gratis su internet. Ero medico di base, ma non posso tornare a esserlo. La professione richiede gradi di efficienza anche fisica elevata".