REDAZIONE RIMINI

Medici e infermieri lanciano l’allarme: "Serve un presidio fisso delle forze dell’ordine"

La primaria Perin: "Le abbiamo provate tutte per prevenire episodi violenti, non sappiamo più come fare"

Da sinistra. Nicola Colamaria e Maurizio Grossi

Da sinistra. Nicola Colamaria e Maurizio Grossi

È stata l’ennesima aggressione. L’ennesima notte in trincea per i medici e gli infermieri che lavorano al pronto soccorso dell’Infermi. "Quanto accaduto domenica è gravissimo, ed è solo l’ultimo episodio. Al pronto soccorso di Rimini la situazione si è fatta insostenibile. E non bisogna stupirsi se poi tanti colleghi lasciano il pronto soccorso per lavorare altrove". Maurizio Grossi, il presidente dell’ordine dei medici di Rimini, è un fiume in piena. "Siamo di fronte a una vera emergenza. Le aggressioni ai sanitari del pronto soccorso sono sempre più frequenti, va trovata una soluzione vera. Chiediamo alla Prefettura, all’Ausl e a tutti gli organi competenti di dare risposte". Per Grossi "il pronto soccorso di Rimini deve essere presidiato 24 ore su 24 dalle forze dell’ordine. Deve tornare a essere un posto sicuro per chi ci lavora e per i pazienti". Quest’estate i controlli – su indicazione della Prefettura – sono stati rafforzati. Rimane il problema delle ore serali e notturne, quando non c’è presidio fisso.

Invoca soluzioni urgenti anche Nicola Colamaria, il presidente provinciale dell’ordine degli infermieri. "Il triage al pronto soccorso è diventato un luogo pericoloso, in particolare nelle ore notturne. Le colleghe che ci lavorano (il 79% degli infermieri) mettono a rischio la loro incolumità. La scorsa notte le barriere poste a tutela degli infermieri di triage hanno funzionato a dovere, impedendo al delinquente di turno di portare a termine il suo insano gesto". Barriere diventate indispensabili per difendere i sanitari dalle aggressioni come quella di domenica. "Ogni infermiere che, dopo questi episodi, è costretto a lasciare il servizio, impoverisce un sistema già in profonda crisi. Gli infermieri sono un patrimonio di tutti: la collettività e le istituzioni hanno il dovere di sostenerli e tutelarli".

Dal canto suo l’Ausl – in una nota – spiega di aver già denunciato il 47enne russo per i danneggiamenti al pronto soccorso, e di aver attivato "il supporto psicologico" per i sanitari coinvolti nell’aggressione. E di fronte alle richiesta di maggiore sicurezza da parte degli ordini di medici e infermieri , la direttrice del pronto soccorso Tiziana Perin ricorda che "sono state già messe in campo moltissime azioni e risorse per prevenire atti di violenza ai danni degli operatori. E da un anno è stato attivato, nel triage, un telefono che ci mette in linea diretta con le forze dell’ordine". Ma "a questo punto mi chiedo cos’altro possiamo fare per educare la popolazione al fatto che aggredire i sanitari e danneggiare gli strumenti di lavoro peggiora soltanto le cose". L’anno scorso gli episodi violenti avvenuti al pronto soccorso di Rimini sono stati ben 78. E continuano ad aumentare.

Sulla vicenda interviene anche il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, che plaude all’operato della polizia e rimarca "l’importanza dell’impiego del taser. L’uso responsabile di questo dispositivo sta dando importanti risultati".

Manuel Spadazzi