Una lite furibonda tra i tavoli di un bar, in piena estate, nel bel mezzo di viale Dante, a Riccione: qui, l’11 agosto scorso, due gruppetti di persone si erano affrontate tra urla selvagge, insulti e minacce, sedie sollevate in aria e bicchieri lanciati. A distanza di due mesi e mezzo dall’episodio avvenuto davanti agli occhi dei passanti spaventati a morte, i carabinieri della compagnia di Riccione hanno identificato e denunciato i due giovani che, secondo le ricostruzione, avrebbero contribuito ad innescare il tremendo il parapiglia. Si tratta di due albanesi residenti in zona, tra i 20 e i 30 anni. Nei loro confronti è quindi scattata una denuncia a piede libero per rissa. Salgono così complessivamente a otto le denunce riguardanti i fatti dell’11 agosto, dopo le sei scattate nelle ore immediatamente successive all’episodio.
A scatenare la zuffa, stando a quanto emerso nel corso delle ricostruzioni, era stata una discussione cominciata per motivi banali, tra i clienti di un bar di viale Dante. Dopo essersi scambiati insulti e minacce, i presenti erano passati alle vie di fatto arrivando persino a mettersi le mani addosso. Il gran trambusto aveva naturalmente fatto scattare l’allarme e sul posto si erano precipitati, a sirene spiegate, gli equipaggi del Radiomobile della compagnia dei carabinieri di Riccione, supportati dai colleghi della Compagnia di Intervento Operativo di Venezia. I militari per prima cosa avevano sedato la rissa, riuscendo non senza qualche difficoltà a ricondurre a miti consigli i più facinorosi dei due gruppetti. A quel punto avevano identificato i presenti, in particolar modo sei persone: un 42enne, un 18enne, una 19enne, una 67enne, una 48enne e una straniera 27enne. I primi due avevano tentato anche di scagliarsi contro i carabinieri senza risparmiare una raffica di insulti: tutto ciò è valso loro una denuncia, oltre che per rissa, anche per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. I due albanesi, nel frattempo, erano però riusciti a dileguarsi dal bar, facendo perdere le loro tracce. I militari dell’Arma hanno portato avanti gli accertamenti sul caso grazie anche all’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza e, nelle scorse settimane, sono riusciti a stringere il cerchio attorno agli altri due giovani che a loro volta sono stati così denunciati.