Rimini, 3 marzo 2015 - Lo sfondo dell’Adriatico con pattini e barche a vela, un gazebo ornato di fiori d’arancio, la ruota panoramica che gira e il porto con la ‘palata’ a fare da prezioso ornamento. Uno scenario da favola per la ‘Casa dei matrimoni’ in legno (guarda il rendering) voluta dall’assessore Irina Imola. Sarà realizzata da Anthea per chi sceglierà di sposarsi civilmente sul mare a Rimini. Via libera in commissione consigliare al ‘fatidico sì’ sulla spiaggia («ce lo chiedono da anni tour operator, agenzie e wedding planner», spiega la Imola) ma scoppiano già le polemiche.
«C’ho messo 12 anni a far togliere l’obbrobrio abusivo del tendone dei libri – sbotta Gioenzo Renzi, FdI – e adesso piazzano una specie di orrendo cabinotto dell’Enel sulla spiaggia. Ma sul mare non deve esserci niente. E poi non vorrei che, poiché siamo a Rimini, da un cabinotto e gazebo in legno ci si allarghi in futuro, film già visto troppe volte». Critico Renzi anche sui costi, 200mila euro. Dubbi condivisi dal cinquestelle Gianluca Tamburini, preoccupato anche «da possibili atti vandalici». «Divorziano» dall’iniziativa anche alcuni consiglieri di maggioranza: «Esteticamente si poteva far meglio – dicono Simone Bertozzi e Giovanni Pironi, Pd – e scegliere una zona più suggestiva». Richiesta condivisa da Savio Galvani (FdS). L’assessore non ha escluso di aggiungere altre aree in futuro. Condizione imposta dalla legge, è che siano comunali. Sposa il progetto il capogruppo Pd Mattia Morolli: «Il nuovo presidio in piazzale Boscovich nella zona dell’ex libreria, che sarà riqualificata, avrà varie funzioni. Uffici e un grande palco, anche per manifestazioni culturali, presentazioni e concerti».
Sui costi Morolli parla di «risorse minime». Il palco sarà 220mq; il gazebo 90, il cabinotto su piazzale Boscovich 30 mq. Anche il presidente della terza commissione, Enrico Piccari, parla di «ottimo risultato per 200mila euro; non è il nuovo lungomare ma una riqualificazione importante». Giuliana Moretti (Ncd), oltre a perplessità sui costi chiede «un protocollo con la Curia per consentire anche matrimoni religiosi sul mare». «Roba catto-farlocca, il matrimonio per me come cattolico è indissolubile – tuona Eraldo Giudici – e va celebrato in luoghi consoni, non in spiaggia. E’ stabilità, non l’effimero».
«Il mare dà l’idea d’infinito», replica con zampata leopardiana la Imola. E la ‘Casa dei matrimoni’ in commissione si trasforma in un... casotto. Riporta la calma il dirigente Enrico Bronzetti: «L’idea è un’apertura annuale. Se piove ci si potrà sposare nella vicina Palazzina Roma». Costi da definire. Alla sala del Giudizio pagano 300 euro i riminesi e 500 i non residenti. Per i riti civili «ci sono anche, oltre al municipio, la sala del Giudizio e il Lapidario Romano del Museo - aggiunge la Imola -. Oggi ampliamo il ventaglio di possibilità per chi sceglie Rimini per le nozze, offrendo un luogo simbolo della nostra identità. Veniamo incontro alle richieste di tante coppie che sognano di sposarsi in riva al mare e siamo certi che saranno in tanti ad approfittarne». Ora serve il via libera della Sovrintendenza. «Puntiamo a partire dal mese di luglio», spiega l’assessore, che assicura anche «attività di sorveglianza anti-vandali». E aggiunge: «Il tabloid tedesco Bild mi ha già intervistato sull’iniziativa».