FRANCESCO ZUPPIROLI
FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Massacrato per un telefonino a Rimini, muore dopo 18 giorni: indagini per omicidio

Non ce l’ha fatta il 60enne coinvolto nella maxi rissa al parco Murri. L’aggressore è in carcere

Maxi rissa al parco Murri di Rimini, le indagini della polizia (Migliorini)

Rimini, 11 agosto 2023 – Dal 24 luglio scorso lottava tra la vita e la morte, in un letto della terapia intensiva dell’ospedale ’Bufalini’ di Cesena. E dopo 18 giorni di agonia infine è morto Ndiaye Babacar, il sessantenne senegalese pestato a morte nella maxi rissa scoppiata il 23 luglio al parco Murri a Marebello.

Babacar è spirato questa mattina, stroncato da quelle severe lesioni interne che sarebbero state causate da una serie di calci ricevuti all’addome e scagliati contro di lui dal connazionale Alioune Badara Mbaye, 35 anni, già arrestato e in carcere ai ’Casetti’ con l’accusa di lesioni personali aggravate.

Un quadro accusatorio che, ora, si aggrava per il 35enne difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù, con l’indagine nei suoi confronti – coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani – che procederà con l’ipotesi di omicidio.

Per determinare la qualifica del reato, se volontario o preterintenzionale, bisognerà attendere anche l’esecuzione dell’esame autoptico sulla salma del sessantenne, per cui la Procura conferirà l’incarico nei prossimi giorni.

Nel frattempo, la Squadra mobile, diretta dal vice questore aggiunto Dario Virgili, è ancora al lavoro per raccogliere elementi utili a ricostruire quella giornata di sangue al parco Murri, quando la zuffa tra senegalesi secondo le ricostruzioni era nata per un furto di un telefonino.

Un parapiglia che scoppiò in pieno giorno, tra le 12.30 e le 13 a Marebello, cominciato nel momento in cui Alioune Badara Mbaye, che stava riposando nel parco Murri, si sarebbe accorto di essere stato derubato nel sonno dello smartphone e dei pochi spiccioli che il 35enne teneva riposti dentro lo zaino che aveva con sé.

È stato allora, sempre secondo gli investigatori, che il senegalese avrebbe iniziato a prendersela con alcuni connazionali che bivaccavano nell’area verde, ritenendoli responsabili del furto.

In particolare, a finire nel mirino dell’indagato è stato un 26enne residente a Ravenna, ritenuto l’autore materiale del furto, e un suo amico di 34 anni (entrambi senegalesi).

A questo punto, accecato dalla rabbia, Alioune Bada Mbaye avrebbe brandito due bottiglie di vetro, rompendole, e utilizzando i cocci per assalire e minacciare i due uomini. Una rissa senza esclusione di colpi che non è passata inosservata a un altro senegalese 60enne che si trovava nelle vicinanze. Babacar, infatti, quella maledetta domenica 23 luglio era intervenuto in soccorso dei due uomini, salvo poi vedersi puntare alla gola il coccio di bottiglia e infine essere preso a calci dal 35enne senegalese che oggi, a distanza di 18 giorni dalla presunta selvaggia aggressione, sarebbe divenuto il suo carnefice.

Quei colpi, calci diretti al ventre, tali da provocare severe ferite agli organi interni, hanno infatti ucciso Babacar, anche se a stabilire con certezza le cause della morte sarà poi l’autopsia.

Quel che resta ora è invece un’accusa che muta e si fa pesantissima per il 35enne senegalese che già quella domenica venne arrestato dalla polizia al parco Murri, quando dentro allo zainetto aveva ancora la maglietta ancora sporca di sangue che avrebbe indossato durante la rissa. Alioune Badara Mbaye, prima in carcere per lesioni aggravate è perciò ora indagato per omicidio, dopo che la vittima di quell’aggressione si è infine spenta, nel suo letto di ospedale.