Rimini, 4 febbraio 2022 - C’era qualcuno insieme a Marco Pantani, in quella stanza dell’hotel Le Rose di Rimini, quando il cuore del Pirata ha smesso di battere per sempre. "Cercate le due escort che sono salite nella sua stanza la mattina in cui Marco è morto", dice Tonina Belletti.
La madre del campione di Cesenatico è sempre più convinta che il figlio non fosse solo, e ieri pomeriggio è tornata a raccontare la sua verità ai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Rimini. Accompagnata dal suo avvocato, Fiorenzo Alessi, Tonina è rimasta per tre ore e mezzo nella sede del comando provinciale di viale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Ha risposto a tutte le domande, ha offerto ai carabinieri nuovi elementi e depositata un’altra memoria. È la seconda volta in pochi mesi che Tonina viene sentita dagli inquirenti, da quando è stata avviata dalla Procura di Rimini la nuova inchiesta (la terza) sulla morte di Pantani. Un fascicolo contro ignoti, per ora, affidato al pm Luca Bertuzzi, che ha già sentito vari testimoni, compreso lo spacciatore di Pantani, Fabio Miradossa.
L’audizione di ieri con mamma Tonina si è concentrata soprattutto sulle ultime ore di vita di Marco, scomparso il 14 febbraio 2004 per un mix di cocaina e farmaci antidepressivi in una stanza dell’hotel Le Rose di Rimini. Più volte i legali della famiglia Pantani, sulla base di vari elementi raccolti nelle prime due indagini sulla morte del Pirata, hanno sostenuto che il Pirata non era solo in stanza quando è morto. Il decesso è avvenuto tra le 11,15 e le 12,45, e nonostante nessuno abbia visto entrare qualcuno nella stanza 5D dell’hotel, e il mobile bar e la televisione siano stati trovati spostati per impedire di aprire la porta della stanza dall’esterno, la convinzione degli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi e di mamma Tonina è che ci fosse qualcuno insieme a Marco. Forse lo stesso Miradossa, forse qualcun altro. Per questo ieri i carabinieri hanno parlato con lei anche del racconto fatto da un autista (in un’intervista a Le Iene) che, la mattina del 14, avrebbe accompagnato due ballerine ed escort nell’hotel Le Rose.
Le due ragazze sarebbero salite da Pantani, per poi scendere dopo un po’ con un maglione verde e un marsupio. Avevano incontrato Marco? Nel marsupio c’erano forse quei 20mila euro che il Pirata aveva prelevato, ma che non sono stati più trovati? Dubbi e domande che restano ancora senza una risposta certa. Ma mamma Tonina, ieri ai carabinieri, ha fornito altri elementi ritenuti dai suoi legali "molti utili per l’indagine in corso", insieme alla nuova memoria.
Ieri sera, interpellata al telefono poco dopo l’audizione, la madre del Pirata non si è voluta sbilanciare. "Voglio solo giustizia, per mettermi finalmente il cuore in pace. Vogliamo sapere com’è morto Marco e se c’era qualcuno con lui, come crediamo". Lei e il marito, Paolo Pantani, che erano in vacanza quando il campione di Cesenatico morì nella stanza 5D dell’hotel Le Rose, "intendono andare fino in fondo – conclude l’avvocato Fiorenzo Alessi – E per questo abbiamo chiesto alla Procura di Rimini di ottenere tutti gli atti della commissione antimafia su Pantani, che si è conclusa il mese scorso". Proprio i lavori della commissione antimafia, cominciati nel 2019, hanno spinto la Procura di Rimini ad aprire il nuovo fascicolo, il terzo, sulla morte di Pantani.