MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Mamma si uccide con il figlio, il marito: "Mi chiedo dove ha trovato il coraggio”

La disperazione di Alessandro Ugolini, marito e padre delle due vittime: "Vado avanti per onorare Manuel. Quella mattina li ho baciati sulla fronte, due ore dopo sono arrivati i poliziotti a dirmi che erano morti"

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Alessandro Ugolini, 44 anni, con il figlio Manuel

Rimini, 25 agosto 2024 - “Quella mattina ho baciato sulla fronte Graziana e Manuel poi sono andato al lavoro. È l’ultima immagine che ho di loro". Un paio di ore dopo, i poliziotti sono andati alle Officine delle ferrovie (dove lavora) per dare la terribile notizia ad Alessandro Ugolini: Graziana si era buttata dal tetto del condominio dove vivono i genitori, in via delle Piante alle Celle, portando con sé Manuel, il loro figlio di soli 5 anni. Dalla mattina del 5 luglio niente è più come prima per Alessandro e gli altri famigliari di Graziana e Manuel. "Sto cercando di tirare avanti, ma è durissima. Vorrei scomparire. Manuel mi diceva sempre che io ero il suo supereroe, il suo Batman. E allora devo andare avanti. Lo devo fare per lui, onorando il suo nome e aiutando altri bambini".

Come? Ha già in mente qualche iniziativa?

"Nel giorno del funerale ho voluto in Duomo alcuni ragazzi che si vestono da supereroi e vanno negli ospedali a rallegrare i bambini ricoverati. Abbiamo raccolto parecchi soldi, tutti donati in beneficenza. I ragazzi vogliono aprire una onlus e io li aiuterò: organizzeremo iniziative per aiutare i bambini malati di tumore o affetti da altre gravi patologie. E vorrei organizzare, una volta all’anno, una sorta di giorno della memoria per Manuel".

Sono passati cinquanta giorni dalla tragedia. Come si convive con un dolore così?

"Non si convive. È lì e devi accettarlo. E ti chiedi cosa potevi fare per evitare la tragedia, ti fai mille domande. Mi è venuto il magone l’altro giorno, mentre sistemavo casa e mettevo via i giochi di Manuel. Era un bambino intelligente, curioso. Avrei voluto dargli un fratellino o una sorellina. Ero disposto addirittura ad adottare un bambino".

Questo perché lei e Graziana, dopo la nascita di Manuel, non potevate più avere figli?

"Non avevamo problemi. Avevo pensato all’adozione perché così avrei aiutato un altro bambino. Manuel sarebbe stato contento. Ma lui non c’è più e niente ha più senso adesso".

Com’erano i rapporti tra lei e Graziana negli ultimi mesi? Vi stavate separando?

"C’erano alcuni problemi, come può succedere in ogni coppia. Io le dicevo che se mai ci fossimo separati non avremmo dovuto litigare per Manuel: le avrei lasciato la casa, le avrei dato tutto quello di cui avrebbe avuto bisogno, ci saremmo messi d’accordo su tutto. È straziante. E continuo a chiedermi dove ha trovato il coraggio di buttarsi e portare con sé nostro figlio.

Graziana soffriva di depressione, prendeva dei farmaci.

"Negli ultimi mesi lei non dormiva quasi più. Ho cercato di aiutarla, ma non sapevo che avesse iniziato ad assumere farmaci: l’ho scoperto dopo la tragedia. Aveva già avuto momenti bui dopo il parto, ma poi era tornata a stare bene. Siamo stati felici insieme per molti anni. Non ci sono spiegazioni per quello che è successo. E non c’è più senso nella mia vita senza Manuel. Ma cerco di andare avanti per lui. Con l’aiuto di tante persone".

Chi le è stato più vicino in queste settimane?

"Devo ringraziare la famiglia, gli amici, i colleghi e tante altre persone per quello che stanno facendo. E anche i poliziotti: delicati, attenti, premurosi... Abbiamo pianto insieme più volte".