Maglie da calcio, il collezionista: "La mia passione ora è un lavoro"

Filippo Del Prete, tra social e sponsor, racconta trucchi e segreti di un mondo che lo vede tra i protagonisti

Maglie da calcio, il collezionista: "La mia passione ora è un lavoro"

Filippo Del Prete, 35 anni, vive a Rimini. Ma i suoi fan lo conoscono come ‘Italian Jersey collector’, nome che sui social è seguito da quasi un milione di follower. Filippo è un collezionista di divise sportive

Alzi la mano chi non ha mai visto, scrollando il cellulare, un reel o un tiktok di Filippo Del Prete, aka Italian Jersey Collector. Il trentacinquenne riminese porta da quattro anni sul web la sua passione per le collezioni di maglie da calcio (oltre 600) ed è seguitissimo da quasi un milione di follower. Oggi la sua vita gira attorno alla creazione di contenuti online per conto di società calcistiche di rilievo e sponsor tecnici come Adidas, Puma e Kappa.

Come è nata la sua passione per il collezionismo di maglie da calcio?

"Avevo 16 anni. All’epoca giocavo negli allievi nazionali del Rimini che in quegli anni era in Serie B. Capitava spesso di incontrare i ragazzi della prima squadra, di scambiarci qualche chiacchiera e nei casi più fortunati di ricevere una maglietta in regalo. Tuttavia, la mia passione è nata quando ho deciso di conservare la maglia che durante quella stagione calcistica avevo indossato".

E poi?

"Sette anni fa ho deciso di collezionare solo maglie indossate direttamente dai calciatori o comunque preparate per la gara. Si tratta di pezzi unici. Gradualmente mi sono appassionato al mondo del collezionismo, leggendo tanto e documentandomi sempre più. Fino alla svolta nel 2020 quando ho deciso di portare la mia passione sui social".

Stando ai numeri ha fatto un’ottima scelta. Oggi conta quasi un milione di follower sui social. Come gestisce la sua presenza in rete?

"Se prima il collezionismo era per me un hobby, oggi è diventato a tutti gli effetti un lavoro. La mia pagina Italian Jersey Collector da un anno si è trasformata in un brand. Le società calcistiche o gli sponsor tecnici mi chiamano continuamente presentandomi in anteprima le maglie. Io poi le studio, ci lavoro e ne preparo un’analisi dettagliata da portare sul web. Il mio scopo è divulgare tutto quello che riguarda la novità dell’abbigliamento sportivo".

La sua fede calcistica è stata un ostacolo?

"Sono interista fin da bambino ma ogni volta che vado in uno stadio i tifosi, che siano milanisti o juventini, mi accolgono in maniera molto positiva. Di recente poi c’è stata una piacevole sorpresa: ho collaborato con il Cesena per la presentazione dei loro nuovi kit. Avevo timore del mio legame con Rimini ma i tifosi sono stati corretti e hanno gradito il mio lavoro. Probabilmente la gente apprezza il fatto che parlo sempre bene di qualsiasi squadra. Dialogare di maglie e abbigliamento, in questo senso, ha abbattuto le barriere calcistiche".

Qual è stata la maglia più difficile da trovare?

"Parlando di Inter, pochi giorni fa sono riuscito ad aggiungere alla mia collezione la maglia della stagione 1997-98, quando i nerazzurri vinsero la Coppa Uefa. Le maglie vintage sono secondo me le più belle, le più originali e libere da schemi ma sono anche le più difficili da reperire. Però si sa: l’attesa aumenta il desiderio".

Incontri speciali?

"Tantissimi. Dai giocatori dell’Inter all’emozionante incontro qualche anno fa con il portiere più forte di sempre Gigi Buffon. Senza dimenticare le conoscenze dell’ultimo anno fatte con Soulè, Zirkzee, Gudmundsson e Barrenechea che mi seguono sempre tantissimo. Dal vivo ho scoperto che i calciatori sono persone come noi, molto umili".

Come vede il futuro del collezionismo?

"Sui social questo mondo è appena nato ed è in continua evoluzione. Ad oggi parlando di streetwear, sono sempre più i giovani che amano uscire indossando una maglia da calcio. Le stesse società creano maglie adatte alle nuove esigenze". Che consiglio darebbe ad un giovane collezionista?

"Di fare attenzione alle contraffazioni"

Aldo Di Tommaso