"I piedi nella sabbia", con il suo settimo disco da solista Daniele Maggioli torna a raccontare Rimini osservando quel turismo in parte odiato seppur "fautore di grandi ispirazioni letterarie". Le parole del cantautore riminese narrano i luoghi della città, scoprendola. La spiaggia, il Parco XXV aprile, piazzale Kennedy: sono ambientazioni che trasmettono licenziosità molto spinte, nutrendosi di personaggi tal volta oscuri. Il tema dominante si scaglia contro quella massa turistica che "mangia spaghetti a tutte le ore", per poi narrare il teatro umano di irriverenti riminesi che si danno del tu con il Sangiovese.
È il cinico set urbano svelato senza filtri, il cui obiettivo volge a descrivere la collettività che il divertimentificio produce scoprendone poi gli effetti grazie all’introspezione. Daniele Maggioli si arroga, insomma, il potere del poeta mediando tutto in un disco prodotto da Tsck Records, dove la solitudine trasforma l’esperienza dell’osservatore in melodia acustica. Ne nasce una poesia cantata in grado di illuminare quel grande contrasto di emozioni che fa grande la Romagna. Insomma, raccontare gli eccessi della riviera con le storie Beat e scovare quel mondo onirico che tutti vengono in Romagna a cercare. "Rimini è una città – dice l’artista Daniele Maggioli – dove tutto scorre".
Con quale ispirazione nasce ’I piedi nella sabbia’?
"È una sintesi di tutti i lavori precedenti con cui, dopo averla, lasciata ritorno alla provincia riscoprendola".
Cosa è successo prima?
"È stato un percorso nel quale ho scoperto altre sonorità elettroniche e una musica più contaminata, poi con la pandemia sono tornato a fare canzoni più semplici osservando ciò che avevo attorno, il mio quartiere e la mia città, lo hanno fatto anche altri artisti".
La sabbia è in qualche modo la ’terra fertile’ di Rimini?
"Nella sabbia c’è senz’altro un’idea di radice".
Musica?
"È un’essenza incentrata sulla chitarra e sulla voce, una ricerca che coincide con me e con i miei 45 anni".
E abbraccia anche la natura dell’entroterra o solo il mare? "Non è un disco naturalistico, ma sì c’è tanto mare, lo presenterò in anteprima il 25 maggio all’Hobos".
Scappare o tornare nella provincia?
"Il mio è un ritorno pacificato a Rimini da mondi più reali, ho sempre sofferto anche in maniera inconscia questa frustrazione dell’uomo provinciale che cerca di avere anche uno sguardo emozionale".
E cos’è oggi Rimini?
"È una specie di rifugio, è un ritorno piacevole".
Chi si sente oggi Daniele Maggioli?
"A 45 anni non sono un newyorkese, né un parigino, semplicemente un romagnolo che è cresciuto in questa terra".
Andrea G. Cammarata