REDAZIONE RIMINI

Lutto nell’informazione. Addio Bozzo, giornalista cortese. Per anni fu la ’voce’ di Sanpa

Colto e ironico, era entrato in comunità come ospite ai tempi di Vincenzo Muccioli. La scoperta della malattia e la morte dopo poche settimane. Aveva 67 anni. Mercoledì i funerali .

Carlo Bozzo Giornalista e per anni addetto stampa della comunità di recupero

Carlo Bozzo Giornalista e per anni addetto stampa della comunità di recupero

di Carlo Andrea BarnabèCi hai lasciato con discrezione, in silenzio... Lo sai non sono retorico, gli aggettivi importanti mi fanno timore. Sono le parole scritte da Carlo Bozzo alcuni anni fa per ricordare Maria Antonietta Muccioli. Parole che prendiamo in prestito, non ce ne vorrà, per salutarlo. Chi non è del mestiere forse non sa chi era Carlo Bozzo. Chi l’ha conosciuto, invece, non lo dimenticherà facilmente. Colto, dotato di un’intelligenza vivace, due occhi chiari e vispi dietro i quali affiorava un’inquietudine. Bozzo aveva 67 anni ed era un giornalista. Un free lance, ma in passato era stato la ’voce’ di San Patrignano. Lui c’era già ai tempi di Vincenzo Muccioli, e c’è stato anche dopo, quando la comunità era affidata al figlio Andrea. Carlo a Sanpa era arrivato come ospite. Ne parlava senza reticenze. Un passato di droga e militanza armata. Poi Sanpa e l’incontro con Muccioli.

Quando il ‘baffo’ muore, Bozzo è nella stretta cerchia di quelli che allora i giornali chiamavano colonnelli. La vecchia guardia, i fedelissimi. E’ tra coloro che gestiranno la transizione. Uno dei pochi a lasciare la comunità quando Andrea Muccioli se ne va, dopo la rottura con i Moratti. Del ragazzo smarrito tra i vicoli di Genova non resta quasi traccia. A Sanpa inizia la sua seconda vita. E’ lì che conosce Cinzia, che diventerà poi sua moglie. E diventa padre di Federico, che adora, come succede a coloro che incrociano da vicino la morte e la sfidano mettendo al mondo un figlio.

Bozzo fa il giornalista, va nelle scuole a parlare di droga, gestisce ministri e meeting internazionali. E’ arguto e ironico, ma soprattutto è una persona cortese. A Rimini si fa un nome. Il garbo è la sua cifra, ora e allora, quando era il potente addetto stampa della comunità. Non c’è collega a cui ha negato un aiuto. Al giovane cronista del Carlino offre decine di volte una via d’uscita e una spalla per portare a casa il servizio. L’ultimo suo comunicato è del 20 dicembre. Seguito da un messaggio: ‘Scusate il ritardo, non sto molto bene’. Il tumore non gli ha lasciato scampo. Rapidissimo. Impietoso verso chi resta e non ha potuto congedarsi.

Nella lettera d’addio a Antonietta Muccioli scriveva: "Grazie a te ho imparato un mestiere, sto bene, ho una moglie bellissima e un figlio straordinario". E’ andata bene, Carlo. E grazie da quel giovane cronista e dai tanti altri che hanno avuto il privilegio di condividere un pezzetto di vita con te.

I funerali di Carlo Baozzo sono stati fissati per mercoledì alle 15 alla chiesa di Ospedaletto, la recita del rosario domani alle 20.30.