Coriano (Rimini), 15 maggio 2018 - Lo avevano ucciso dopo averlo seviziato per ore. Poi lo hanno caricato su un mezzo arrivando alle porte della piccola frazione di Ospedaletto di Coriano, nel Riminese (FOTO), dove hanno appeso il lupo per le zampe posteriori alla fermata dell’autobus. Per questo risponderanno di maltrattamento, cattura, uccisione e furto aggravato di un esemplare di una specie animale particolarmente protetta. Sono le contestazioni che i carabinieri di Rimini, con i colleghi Forestali, muovono a due persone, O.F. di 82 anni e R. L. di 43 anni denunciate al termine dell'indagine sul lupo avvelenato, ucciso e appeso per le zampe a una pensilina di una fermata dell'autobus nel Comune di Coriano ( Rimini), a inizio novembre.
Le indagini, dirette dalla Procura di Rimini, hanno consentito di acquisire gravi e inconfutabili indizi di colpevolezza sui conto dei due uomini, in relazione alla cattura, al maltrattamento e all'uccisione dell'esemplare di lupo (Canis lupus) che nella mattinata del 4 novembre scorso era stato trovato dai militari del Comando Stazione Carabinieri Forestale di Rimini a Ospedaletto di Coriano, appeso alla pensilina della fermata dell’autobus nr. 913.
La carcassa dell’animale è stata quindi trasportata presso il Servizio veterinario dell’Ausl di Rimini dove è stata effettuata una prima ispezione, appurando che l’animale aveva il cranio completamente fracassato e che presentava un buco che gli attraversava il muso ed era stato trafitto verosimilmente da un forcone sul petto e sulla pancia. Sono quindi state acquisite dai militari della specialità forestale le registrazioni delle telecamere di alcuni sistemi di videosorveglianza presenti nella zona del ritrovamento, constatando la presenza di un furgone bianco, ripreso alle 4 circa del 4 novembre 2017 mentre effettuava una sosta di circa 40 secondi proprio di fronte alla fermata dell’autobus dove era stata abbandonata la carcassa dell’animale.
E' stato quindi effettuato uno screening dei furgoni intestati a persone, ditte e aziende presenti nel comune di Coriano compatibili con quello ripreso dalle telecamere, riuscendo ad individuare un Volkswagen Transporter di colore bianco intestato ad un’azienda agricola ubicata nel citato comune. L’Autorità Giudiziaria ha quindi disposto una perquisizione locale presso la predetta azienda, nel corso della quale veniva rinvenuto e posto sotto sequestro il furgone in argomento, che tra l’altro presentava un’ammaccatura sul lato sinistro compatibile con un’analoga ammaccatura presente sulla fiancata sinistra del furgone ripreso dalle telecamere.
Sono quindi stati effettuati anche minuziosi rilievi tecnici sul furgone, repertando numerose tracce ematiche e formazioni pilifere. L’accertamento anatomopatologico e di laboratorio, finalizzato a stabilire la causa della morte del lupo ha consentito di appurare che la morte dell’animale era stata provocata da “fratture multiple della scatola cranica, con lacerazioni ossee e disgregazione della materia cerebrale” procurate con un “corpo contundente pesante”; inoltre, gli esami sulla carcassa dell’animale hanno consentito di accertare la positività al “Brotifacoum”, un veleno topicida che verosimilmente ha stordito il lupo nelle fasi precedenti alla sua morte, facilitandone la cattura.
Veniva quindi disposta l’acquisizione dei tabulati di traffico telefonico dei due indagati, nonché l’effettuazione di intercettazioni telefoniche ed ambientali, operazioni che consentivano di raccogliere numerosi elementi utili alle indagini. Si segnala infine che, in occasione della perquisizione effettuata presso l’azienda agricola, i militari della specialità forestale hanno accertato fatti, in relazione ai quali, sono state formulate le seguenti ulteriori ipotesi di reato: macellazione clandestina di animali, maltrattamento di animali abbandono di rifiuti da parte di soggetti titolari di impresa (con riferimento alle modalità di smaltimento del sangue e delle carcasse degli ovini macellati clandestinamente), detenzione illecita di animali pericolosi (un esemplare di cinghiale), abbandono di altri rifiuti. Per tali reati sono stati deferiti l’Amministratore dell’Azienda e il proprietario dello stabile adibito a stalla e macello. L'Enpa ha deciso di costituirsi parte civile.
AGGIORNAMENTO Patteggiano i tre imputati