FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Louis Dassilva resta in carcere. Ma la Cassazione riapre il caso, decisione rimandata al Riesame

La Suprema Corte annulla l’ordinanza e chiede una nuova valutazione delle motivazioni che hanno portato all’arresto dell’unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli.

L’arresto di Louis Dassilva da parte della squadra mobile il 16 luglio scorso (. foto archivio Migliorini

L’arresto di Louis Dassilva da parte della squadra mobile il 16 luglio scorso (. foto archivio Migliorini

di Francesco Zuppiroli Louis Dassilva resta in carcere, ma ora può credere nella riconquista della libertà. E lo fa in virtù della decisione della Suprema Corte di Cassazione di annulla ordinanza del tribunale del riesame di Bologna e rinviare innanzi allo stesso un nuovo giudizio sull’ordinanza di custodia cautelare impugnata dai difensori del 34enne senegalese, per il cui effetto dal 16 luglio scorso Dassilva vede il mondo da dietro le sbarre dei ’Casetti’, come unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli. È questo quanto deciso ieri dal collegio degli ermellini, presieduto da Giuseppe Santalucia, che – in via ancora ufficiosa dal momento che l’ufficialità a ieri sera non era ancora arrivata – anziché confermare la decisione del Riesame e tramutare quindi la misura in un giudicato cautelare, hanno preferito annullare e rivedere. In sostanza, accogliere il ricorso avanzato dai legali di Dassilva, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, e rispedire la valutazione al mittente: al Tribunale del Riesame, a cui spetterà ora un nuovo pronunciamento sulla misura cautelare in carcere e dunque una nuova udienza per valutare i motivi delle esigenze cautelari.

Per il momento, comunque, Louis Dassilva resta in carcere in attesa della nuova udienza del Riesame. L’uomo, ritenuto dalla procura di Rimini l’autore del delitto di via del Ciclamino e quindi la mano che impugnava il coltello con cui la 78enne Pierina Paganelli è stata uccisa nel seminterrato di casa sua la sera del 3 ottobre, non è stato scarcerato a seguito del pronunciamento della Suprema Corte. Infatti la decisione della Cassazione è stata quella di vederci più chiaro e, se mai, valutare meglio la misura piuttosto che annullarla senza appelli. Per sapere i motivi che hanno spinto gli ermellini a imboccare questa strada giudiziaria bisognerà tuttavia attendere, poiché solo nei prossimi giorni, a deposito avvenuto, si potranno conoscere le ragioni della decisione della Cassazione.

Nel frattempo, dalla difesa di Dassilva filtra un cauto ottimismo nell’attesa che la decisione trapelata sul pronunciamento della Suprema Corte trovi la propria ufficialità. Nei confronti dell’indagato infatti nei giorni scorsi era arrivato un primo risultato favorevole con il deposito dei risultati degli accertamenti irripetibili alla ricerca di Dna svolti dal superperito del Tribunale sui reperti isolati dalla Scientifica. Al termine degli accertamenti, il Dna di Dassilva non era comparso sugli indumenti della vittima dell’omicidio e i risultati finiranno dritti nel materiale di un eventuale processo, dal momento che sono stati svolti in sede di incidente probatorio.

C’è però un altro incidente probatorio. Quello sul filmato della sera del 3 ottobre 2023. Quello risalente alle 22.17, ora in cui la cam3 della farmacia San Martino immortala una persona transitare in via del Ciclamino, direzione civico 31. Per la squadra mobile e procura si tratterebbe proprio di Dassilva. Per la difesa del metalmeccanico: del vicino di casa Emanuele Neri. La verità è custodita in un esperimento giudiziale ancora in attesa di essere compiuto dopo uno slittamento dovuto alla nomina del gip per cui si è in via di risoluzione, con prossima calendarizzazione della camminata prevista intorno alla metà di febbraio. Come già annunciato dai difensori di Dassilva, sarà poi in caso di "un altro esito favorevole" che gli avvocati Fabbri e Guidi procederanno a presentare una nuova istanza di scarcerazione. Per cui dunque, al momento, non basta il parere della Cassazione, dal momento che sulla bontà della misura cautelare dovrà di nuovo pronunciarsi il Riesame.

Un rimpallo giudiziario che potrebbe essere legato anche ad una omessa trasmissione al Tribunale di alcuni documenti video della cam3. Nello specifico, per la difesa di Dassilva in uno dei 18 video non trasmessi ci sarebbero gli elementi per determinare che l’uomo nel video ripreso pochi minuti dopo il delitto non c’è Dassilva. Contrario invece il parere della procura, secondo cui sempre per la caratterizzante movimento rotatorio della spalla e per il colore della pelle scura, l’uomo ripreso quella sera dalla cam3 è e resta, Louis Dassilva.