
Casi emersi grazie all’attività di controllo del Comune: norme aggirate per non versare Imu e Tari
Spesso si parla di ‘sfruttamento’ nel settore turistico riguardo ai lavoratori stagionali. C’è invece chi ha pensato bene di sfruttare proprio loro, i turisti. Come? Facendo risultare ‘case vacanza’ in affitto breve alcuni appartamenti gestiti in forma imprenditoriale al cui interno, in realtà, c’erano proprio i proprietari residenti. Che in questo modo hanno evitato di versare al Comune le imposte dovute per Tari – la tassa rifiuti – e Imu. Un ammanco che l’ufficio tributi di Palazzo Garampi, dopo accertamenti e controlli, ha quantificato in 30mila euro per gli alloggi fantasma. "Un caso tra tanti – sottolinea l’assessore Juri Magrini, che annuncia un giro di vite nei controlli – che conferma l’importanza dell’attività di controllo e di verifica dell’amministrazione comunale a contrasto di evasione ed elusione tributaria, a cui si aggiunge un altrettanto importante impegno degli uffici competenti nell’accompagnare i contribuenti nel regolarizzare la propria posizione". Quella citata – una situazione "già in corso di regolarizzazione" – sembra rappresentare la punta di un iceberg. Come sottolinea Palazzo Garampi, oltre ai casi di evasione tributaria tout court, sono infatti tante le circostanze in cui, anche approfittando di cavilli normativi, si arriva a beneficiare di esenzioni e agevolazioni che non spetterebbero, con ammanchi che raggiungono cifre anche importanti.
Situazioni che negli ultimi anni riguardano in particolare il complesso universo degli immobili tolti dal mercato residenziale per essere utilizzati a fini turistici, in cui complici norme spesso fumose e contraddittorie, i margini per l’elusione tributaria non mancano. Lo testimonia il ripetersi di casi che emergono dall’opera di controllo dell’ufficio tributi del Comune: solo negli ultimi quattro anni l’attività di recupero dell’evasione tributaria è arrivata a superare i 50 milioni di euro. "Somma che si stima – aggiunge l’assessore – possa superare i 60 a fine 2025. Di questi circa 38 milioni fanno riferimento all’Imu".
Qui scatta un altro campanello d’allarme: "Si tratta di numeri – avverte Magrini – che si trasformano in risorse pubbliche, sempre più indispensabili per far fronte alle continue riduzioni di trasferimenti dallo Stato e che per il Comune di Rimini sono stimati in 2,4 milioni per il 2025, tra tagli agli investimenti e ai fondi. Sforbiciate ancor più pesanti in questa difficile fase congiunturale e a fronte dell’aumento di quantità e qualità dei servizi e delle opere a cui gli enti locali devono far fronte". A questo si aggiungono le mancate entrate legate alla sentenza della Corte Costituzionale che legittima l’esenzione dell’Imu anche per i coniugi con residenze diverse.
"Una sentenza – osserva Palazzo Garampi – che continua i propri effetti erosivi del gettito: anche nel 2024 ha significato una perdita di circa 300mila euro, che si aggiungono ai 1,3 milioni circa già venuti meno nel biennio precedente". C’è anche un possibile assist: "Su questo fronte – conclude l’assessore – colgo con interesse una recente espressione della Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Parma che evidenzia come sia necessario che anche ‘chi vuole fare valere una qualsiasi forma di esenzione o di agevolazione che deve provare, quando sul punto vi è contestazione, i presupposti che ne legittimano la richiesta’. Un elemento questo che sarebbe funzionale anche all’attività di controllo degli uffici, che continuerà e si rafforzerà, in primis il settore delle locazioni turistiche".