Rimini, 9 luglio 2024 – Dopo il rinvio, oggi è il giorno della verità. Il giorno in cui verrà eseguita l’autopsia disposta dalla Procura di Cremona sui corpi degli ex coniugi di Santarcangelo Stefano Del Re e Lorena Vezzosi. Sarà proprio l’esame autoptico quello che più di tutti potrà fornire risposte sul giallo del Grande Fiume, dove all’altezza di Casalmaggiore Del Re e Vezzosi si sono inabissati e morti dopo esservi finiti a bordo della propria auto lanciata a grande velocità verso l’acqua. Il dubbio però resta legato a Lorena Vezzosi, se al momento della caduta in acqua fosse già morta. A dirlo sarà la presenza o meno di acqua nei polmoni della donna 51enne che, in caso di assenza, sarebbe stata uccisa prima del volo nel Po. L’autopsia sarà eseguita all’ospedale Maggiore di Cremona.
L’incarico è stato affidato a Elena Invernizzi, che avrà 60 giorni di tempo per formulare le conclusioni, accertando ora del decesso, causa, e condizioni cliniche delle vittime. In particolare, se il decesso di Vezzosi, ritrovata sull’auto in mutandine e reggiseno, senza vestiti, sia da ricondurre ad un’azione violenta, come ipotizzano gli inquirenti, e nel caso con quali armi o strumenti sia stata condotta. Anche Cremona ha aperto un fascicolo per omicidio sul caso, mentre a Rimini l’inchiesta è passata ieri dalla pm di turno Paola Bonetti al sostituto procuratore del gruppo specializzato per reati di genere (come un possibile femminicidio) Luca Bertuzzi. Tra chi indaga è sempre più primaria l’ipotesi per cui Del Re abbia ucciso la ex compagna con la quale le tensioni erano crescenti nell’ultimo periodo, anche per un’ipotetica ossessione di Del Re che l’ex avesse iniziato una nuova relazione.
I due, infatti, da dicembre non vivevano più insieme nell’appartamento di via Terranova a Santarcangelo. Ed è nella casa della Vezzosi, posta sotto sequestro, che i carabinieri del Nucleo investigativo di Rimini si sono concentrati in questi giorni. Lì dove nelle scale del condominio che conducono al secondo piano della palazzina dove Lorena abitava sono state trovate delle piccole macchie di sangue dalla paternità dubbia. Per questo non sono esclusi accertamenti per dire se eventualmente quelle tracce ematiche possano essere riconducibili alla coppia di ex coniugi e al presunto femminicidio-suicidio di Casalmaggiore.
Nessuno avrebbe visto Lorena uscire di casa la sera della morte. Da qui cominciano le ore del buco temporale della vicenda, che ha poi visto Del Re fare visita ai genitori nel Cremonese intorno alle 20, prima di ricomparire nei filmati delle telecamere della società canottieri appena prima delle tre di notte, quando la Nissan guidata da Del Re è stata immortalata mentre finiva nel Po a tutta velocità senza alcun tentativo di frenata, come un atto volontario del conducente. Ipotesi questa avallata dal braccio sporto fuori dal finestrino da Del Re per impedire all’auto di incagliarsi nelle barche ormeggiate. Dalle immagini poi si nota la sagoma di Lorena adagiata immobile sul sedile al momento del transito sotto gli occhi elettronici e sempre nella stessa posizione quando la vettura cade in acqua: come fosse già deceduta, o in stato di incoscienza. L’autopsia servirà a capire se la donna sia stata per esempio narcotizzata per impedirle di opporre resistenza al gesto.